contro mastro ciliegia
Cercarsela con l'orso
Il demenziale giustificazionismo che scatta ogni volta che un animale aggredisce un umano. Ma fino a quando, ai confini del nostro territorio antropizzato, orsi o lupi non passeggeranno con le scarpette da running, è meglio che continuino a essere animali. E nel caso trofei di caccia
Ricapitolando, a sentire loro, “se l’è cercata”. Come le donne che si mettono la minigonna e poi ardiscono a uscire per strada. O, sempre a sentir loro, a seguirne l’alato pensiero, “è andato ad abbaiare troppo vicino” al confine dell’orso. (Orso non russo, ma in artigli e ossa della val di Sole).
Quello che “se l’è cercata” era un runner, con la tuta e le scarpette (un umano, si specifica per gli antispecisti), era andato correre su una strada forestale, come a passeggio era un altro umano aggredito giorni prima da un orso (forse lo stesso serial killer?) in val di Rabbi. Un altro che è andato ad abbaiare troppo vicino, eccetera. Quando, di una donna in minigonna, qualcuno dice una bestialità simile, (un po’ di meno quando l’altra la dice il Papa), tutti insorgono e censurano. Sacrosanto. Se invece un runner (umano) viene sbranato da un orso, ecco che “se l’è cercata” diventa lo slogan dei giustificazionisti. E arriva l’etologo a spiegare che “siamo noi ad aver invaso il loro territorio e non loro il nostro”. E se anche Dr. Yoghy e Mr. Hide si trasforma in un killer famelico, non va ucciso ma sedato.
Ma fino a quando, ai confini del nostro territorio antropizzato, gli orsi o i lupi non passeggeranno con le scarpette da running e il cardiofrequenzimetro, forse è meglio che continuino a essere solo animali. E nel caso, dei trofei di caccia.