contro mastro ciliegia

Cercarsela con l'orso

Maurizio Crippa

Il demenziale giustificazionismo che scatta ogni volta che un animale aggredisce un umano. Ma fino a quando, ai confini del nostro territorio antropizzato, orsi o lupi non passeggeranno con le scarpette da running, è meglio che continuino a essere animali. E nel caso trofei di caccia

Ricapitolando, a sentire loro, “se l’è cercata”. Come le donne che si mettono la minigonna e poi ardiscono a uscire per strada. O, sempre a sentir loro, a seguirne l’alato pensiero, “è andato ad abbaiare troppo vicino” al confine dell’orso. (Orso non russo, ma in artigli e ossa della val di Sole).

 

Quello che “se l’è cercata” era un runner, con la tuta e le scarpette (un umano, si specifica per gli antispecisti), era andato correre su una strada forestale, come a passeggio era un altro umano aggredito giorni prima da un orso (forse lo stesso serial killer?) in val di Rabbi. Un altro che è andato ad abbaiare troppo vicino, eccetera. Quando, di una donna in minigonna, qualcuno dice una bestialità simile, (un po’ di meno quando l’altra la dice il Papa), tutti insorgono e censurano. Sacrosanto. Se invece un runner (umano) viene sbranato da un orso, ecco che “se l’è cercata” diventa lo slogan dei giustificazionisti. E arriva l’etologo a spiegare che “siamo noi ad aver invaso il loro territorio e non loro il nostro”. E se anche Dr. Yoghy e Mr. Hide si trasforma in un killer famelico, non va ucciso ma sedato.

 

Ma fino a quando, ai confini del nostro territorio antropizzato, gli orsi o i lupi non passeggeranno con le scarpette da running e il cardiofrequenzimetro, forse è meglio che continuino a essere solo animali. E nel caso, dei trofei di caccia.

 

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"