Contro mastro ciliegia
Imbrattatori e terzopolisti
Un paese che non riesce a vendere un Klimt o a uccidere un orso è senza futuro. Per fortuna Meloni vuole far pagare i danni agli imbrattatori di monumenti. Ora servirebbe una multa per pulire i due imbrattatori del famoso partitino
Che futuro può mai avere un paese che non riesce a vendere un Klimt, anche se il prezzo è giusto? Che non riesce a sparare a un orso, anche se è il caso? Nessun futuro, ma andiamo con ordine. La proposta di legge di Lega e Fratelli d’Italia per disporre fino a tre anni di gabbio per i dementi imbrattatori, quelli insomma che la bolsa retorica chiama attivisti ambientalisti, giace già esausta in Parlamento. Meno male che nel Cdm di ieri la pugnace Giorgia ha dato almeno via libera d’urgenza a sanzioni amministrative, immediatamente erogabili dai prefetti, per scoraggiare gli zuzzurelloni delle vernici lavabili (lavabili un tubo). Da 10 a 60 mila euro, recitano le “disposizioni sanzionatorie in materia di distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici”. “Chi compie questi atti deve assumersi la responsabilità anche patrimoniale”, ha detto il ministro Sanguiliano: ripulire la facciata del Senato, “innocente scherzetto”, se ne sono andati 40 mila euri. Ben fatto. Ora resterebbe da comminare qualcosa di sostanzioso anche ai due furbacchioni che hanno imbrattato coi loro sputazzi le famose “praterie” del Terzo polo.