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contro mastro ciliegia

Gianni Mion e l'ignavia di Don Abbondio

Maurizio Crippa

L'attualità di Alessandro Manzoni di fronte alle responsabilità dell'ex amministratore delegato di Edizione, la holding finanziaria della famiglia Benetton, nel crollo del Ponte Morandi

Oggi Sergio Mattarella era al Monumentale di Milano, in visita alla tomba di Alessandro Manzoni nel 150esimo della sua morte. Ha pronunciato un discorso sobrio e civile, manzoniano, in cui ha ricordato l’orizzonte morale in cui Don Lisander seppe collocare gli uomini del suo tempo e di questa nostra Italia che stava nascendo. Ha ricordato anche la “Colonna infame”, che “ci ammonisce di quanto siano perniciosi gli umori delle folle anonime”. Ma oggi, a Genova, altre parole avrebbero avuto bisogno di giudizi forti e imparziali come quelli di Manzoni. Al processo per il Ponte Morandi ha deposto l’ex ad della Holding Edizione, Gianni Mion. E ha confessato di aver saputo nel 2010, in una riunione di vertice, che esisteva un rischio crollo. Ma non si fece niente. “Non dissi nulla e mi preoccupai. Era semplice: o si chiudeva o te lo certificava un esterno. Dopo quella riunione avrei dovuto fare casino, ma non l’ho fatto. Forse perché tenevo al mio posto di lavoro. Non ho fatto nulla, ed è il mio grande rammarico”. Non è il Manzoni della Colonna Infame che servirebbe a Genova, né quello di Fra’ Cristoforo. Ma quello durissimo del Cardinal Federigo quando inchioda alle sue responsabilità e alla sua ignavia Don Abbondio: il male di non fare. E lo sventurato non rispose.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"