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contro mastro ciliegia

Non annunziavano addii

Maurizio Crippa

Le bizzare motivazioni delle dimissioni di Lucia Annunziata, che pretende di sindacare sul suo editore, e le scemenze di Zan sulle liste di proscrizione che non ci sono. È stata direttora al Tg3 e presindete Rai: il peso della politica non c'era?

Ognuno decide per sé e del proprio lavoro, e poter scegliere tempi e modi dell’uscita di scena (provvisoria, ça va sans dire) è un meritato privilegio. Però leggere le motivazioni addotte da Lucia Annunziata per dire addio alla Rai e al suo programma quasi ventennale lascia, diciamo così, per fairplay, perplessi: “Arrivo a questa scelta senza nessuna lamentela personale… Vi arrivo perché non condivido nulla dell’operato dell’attuale governo, né sui contenuti, né sui metodi. In particolare non condivido le modalità dell’intervento sulla Rai”.

 

Solitamente un professionista che abbia un contratto con un’azienda non si  permette, e non sta a perdere tempo, di sindacare quello che l’azienda e il suo azionista di riferimento (Annunziata sa bene chi sia, perché il conduttore è un fingitore, direbbe Pessoa) decide di fare. In ogni caso non è una cacciata, checché ne riesca a ciarlare l’ineffabile senatore Zan: “Dopo Fazio, anche le dimissioni di Annunziata confermano il clima da liste di proscrizione in Rai. La destra usa il potere come arma di imposizione politica e culturale”.

 

Annunziata della Rai è stata presidente, del Tg3 direttora: tra una lottizzazione e l’altra della parte sua, che ha condiviso oppure ignorato. Ce n’erano a iosa di occasioni per annunziare l’addio.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"