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contro mastro ciliegia

Rocca, una character assassination

Maurizio Crippa

I fatti e le parole dimostrano che il gevernatore del Lazio è tutto il contrario dell'omofobo fascistoide dipinto dalla sguaiata e violenta campagna di media, opposizione e organizzatori del Pride

Non avendo la stessa attenzione e acribia, i dettagli della vicenda m’erano rimasti in ombra anche se il senso, grosso modo, mi era parso di capirlo. Ma leggendo l’articolo perfetto di Mattia Feltri su HuffPost martedì, senso e fatti si fanno chiari: “Prima di entrare qua ero un bruco, ora sono una farfalla, dice uno dei ragazzi di Casa+”, una struttura per giovani gay, lesbiche, bisessuali, transessuali fino ai trent’anni della Croce Rossa, voluta dall’oggi governatore del Lazio, Francesco Rocca. Cita altri episodi in cui Rocca ha condannato le “discriminazioni di cui sono vittima, tra gli altri, le donne, le persone migranti e le persone omosessuali”. E si chiede poi, Feltri, come mai quest’uomo venga da giorni “descritto come un retrogrado, un oscurantista, un omofobo, un mezzo fascio”, tutto il suo contrario, in opere e parole. La spiegazione sta nel tentativo goffo degli organizzatori del Pride di trasformare il patrocinio della Regione in un riconoscimento politico. Ma questa è la politica, appunto. Poi c’è una persona, Francesco Rocca, la cui storia testimonia per lui e una violenza ignorante che arriva a sovvertire la realtà. Gli inglesi la chiamano, non a caso, character assassination.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"