contro mastro ciliegia
Rocca, una character assassination
I fatti e le parole dimostrano che il gevernatore del Lazio è tutto il contrario dell'omofobo fascistoide dipinto dalla sguaiata e violenta campagna di media, opposizione e organizzatori del Pride
Non avendo la stessa attenzione e acribia, i dettagli della vicenda m’erano rimasti in ombra anche se il senso, grosso modo, mi era parso di capirlo. Ma leggendo l’articolo perfetto di Mattia Feltri su HuffPost martedì, senso e fatti si fanno chiari: “Prima di entrare qua ero un bruco, ora sono una farfalla, dice uno dei ragazzi di Casa+”, una struttura per giovani gay, lesbiche, bisessuali, transessuali fino ai trent’anni della Croce Rossa, voluta dall’oggi governatore del Lazio, Francesco Rocca. Cita altri episodi in cui Rocca ha condannato le “discriminazioni di cui sono vittima, tra gli altri, le donne, le persone migranti e le persone omosessuali”. E si chiede poi, Feltri, come mai quest’uomo venga da giorni “descritto come un retrogrado, un oscurantista, un omofobo, un mezzo fascio”, tutto il suo contrario, in opere e parole. La spiegazione sta nel tentativo goffo degli organizzatori del Pride di trasformare il patrocinio della Regione in un riconoscimento politico. Ma questa è la politica, appunto. Poi c’è una persona, Francesco Rocca, la cui storia testimonia per lui e una violenza ignorante che arriva a sovvertire la realtà. Gli inglesi la chiamano, non a caso, character assassination.