Contro Mastro Ciliegia
Il vero indizio sul caso Orlandi
Quarant'anni sono passati dalla scomparsa e i nuovi documenti sono stati trasmessi alla procura di Roma. Ma leggendo i giornali, si capisce perché non è mai stata ritrovata: la sciatteria stilistica con cui giornalisti di ogni foggia ne hanno scribacchiato a caso per quattro decenni
Dunque cade il quarantesimo anniversario della scomparsa di Emanuela Orlandi, 22 giugno 1983. Quello di Mirella Gregori era caduto il 7 maggio, con meno clamore, nessuno del resto ha mai capito perché la sua tragica scomparsa sia stata collegata a quella della coetanea. Comunque, nelle scorse settimane il Promotore di giustizia vaticano ha trasmesso “tutta la relativa documentazione”, in parte nuova, alla procura di Roma.
Dai giornali, però, forse un indizio chiaro del perché Emanuela Orlandi non sia mai stata ritrovata emerge: è l’incresciosa sciatteria dei giornalisti che da quarant’anni ne scarabocchiano senza un minimo di stile e aderenza di rappresentazione. L’Italia “a trazione democristiana che si preparava a farsi di lato davanti all’irruente ascesa di Bettino Craxi”, “la Guerra Fredda, gli scandali finanziari, le guerre di potere”, “Oltretevere comandava il Papa-sciatore”. Sciatore? Walesa, “un elettricista abituato a sentire messa ogni mattina”, “Marcinkus, il suo sigaro e la fama di donnaiolo”, “la baronessa Rothschild morta in circostanze misteriose”. Quarant’anni di ciarpame siffatto, e ci stupiamo che non l’abbiano mai trovata. (Ah, era il Corriere).
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