contro mastro
La panna di Giletti e la querela di Graviano
Un boss della mafia al gabbio che querela per diffamazione l'ex conduttore che intervistava il gelataio Baiardo sulle stragi del ’93 è una notizia che dovrebbe fare pensare. Ma forse fa soltanto molto ridere
Ci sono i dossieraggi e i controdossieraggi, roba grossa o forse farlocca che però riguarda i piani alti, insomma robe da prima pagina. E poi c’è roba meno da prima pagina, il prodotto sublimato della farloccheria di certe famose indagini mafiologiche della tivù. Non si capisce bene cosa sia, ma di certo fa riderissimo. Massimo Giletti, ricordate? Faceva interviste al gelataio della mafia Salvatore Baiardo, portavoce ai tempi belli dei fratelli Graviano, promettendo scoop delle stragi del ’93 (e vuoi che finalmente non saltasse fuori la famosa foto con Berlusconi?). Stava persino preparando delle puntate con Marco Lillo quando zac, Cairo ha segato il ramo su cui stava seduto.
Amen, era già buffo così. Ma ora arriva questa notizia, altro che dossieraggi: Giletti è finito querelato per diffamazione addirittura dal boss Graviano. E in effetti, come difende prontamente il Fatto, “è davvero un’impresa diffamare un boss di Cosa nostra, condannato a sei ergastoli per le stragi di Capaci, di via d’Amelio, di Firenze, di Roma e di Milano, mandante dell’omicidio del sacerdote don Pino Puglisi”. E com'è come non è, si vedrà, ma per prendersi una querela per diffamazione da un boss, di panna nella gelatiera di Giletti ne devono avere montata proprio tanta. Ridere.