Contro Mastro Ciliegia
Nessuno fa il tifo per i talebani del diesel, ma alcuni politici avrebbero fatto meglio a tacere
Quando la cronaca fa vacillare le certezze: a Mestre sarebbero almeno tre gli incidenti sospettati di essere stati causati da guasti dei bus elettrici
Certe volte la cronaca è in grado di far sorgere dubbi anche per le certezze più solide: tipo i fantastici motori elettrici. Ad esempio una sintesi offerta da Rep. a proposito dei tragici incidenti (plurale) di Mestre: “Non ci sono solo l’incidente del 13 ottobre che ha provocato 21 vittime e 15 feriti, e di sabato 14 ottobre, con un bilancio di 13 feriti, a infittire il mistero degli incidenti dei bus di Mestre”.
Mesi fa un altro mezzo elettrico, stessa ditta e costruttore, causò un tamponamento. E ora si indaga. Nessuno dirà che è colpa dell’elettrico in sé, per tenere bordone ai talebani del diesel (basta che Timmermans vada ai giardinetti in bicicletta). Ma sincerità esigerebbe, da tutti, riconoscere che Salvini, con la sua sparata sui mezzi elettrici, non era andato poi così lontano dal bersaglio.
Almeno molto meno di politici pavloviani come Alessandro Zan, “speculare sui 21 morti di Mestre per riesumare la sua battaglia contro l’elettrico è indecente e crudele”, la deputata di Azione Daniela Ruffino, “imbarazzante per la carica che ricopre” e persino l’ineffabile Fratoianni: “Non si può ascoltare. E’ una cosa indecente”. Per citare a memoria, e risparmiando i pensosi e non sempre decenti commentatori. E niente, certe volte tacere è meglio non solo per Salvini.