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Sentirsi improvvisamente "ebreo", a scuola

Maurizio Crippa

Il caso raccontato dal Corrire di una scuola di Roma. e di uno studente ("italo-israeliano") usato come iL punto di vista "diverso" per un tema. Tanta letteratura, cinema, memorialistica per raccontarci la tragedia di questa esclusione. Au revoir les enfants

Dei licei, pure se scientifici, nihil nisi bonum, come dicevano gli antichi. La scuola italiana si critica ma si difende, perbacco. L’Augusto Righi di Roma, poi ha già le sue battaglie democratiche da fare, se qualche settimana fa sono comparse “scritte fasciste” con minacce a uno studente di un collettivo di sinistra. Ma leggendo la cronaca di Roma del Corriere della Sera, quanto è accaduto durante un compito in classe suona decisamente più inquietante, anche per un solo motivo oggettivo: al centro della questione non ci sono giovani studenti, ma un insegnante, un adulto. Dice la cronaca che un insegnante, dopo aver fornito agli studenti materiale di approfondimento relativo al “sistema di apartheid in Israele contro i palestinesi”, oggetto di contesa da anni tra lo Stato di Israele e varie autorità internazionali, ha fatto svolgere un tema “sulle ragioni di Israele”, chiedendo però di svolgerlo dal punto di vista (emotivo, giuridico? Razziale?) di un loro compagno italo-israeliano, o forse semplicemente ebreo, minorenne e indicato per nome e cognome. E improvvisamente, quel ragazzo non è stato più uguale agli altri studenti-cittadini, ognuno con le proprie idee, famiglie, provenienze ma un’entità diversa. Sionista? C’è tanta letteratura, tanto cinema, tanta memorialista che parlano di episodi così. Ma se qualcuno proprio non capisce, c’è la stella gialla.  

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"