Contro mastro ciliegia
C'è ancora da ridere
Il temerario attacco di Rep. a Sangiuliano per i soldi non dati al film di Cortellesi si è trasformato in un grottesco autogol: il ministro era Franceschini. Che però scarica la scelta sulla commissione. E allora Rep. gira la frittata: Sangiuliano vuole mettere le mani sui fondi. Commedia all'italiana
Come nelle commedie dei telefoni bianchi con le porte girevoli, la commissione ministeriale che valuta ed eroga contributi ai film meritevoli è passata in una mattina da essere un manipolo di patriarchi evoliani a gramsciana istituzione che non si lascia condizionare dalla politica, a mancato Agit-prop o Minculpop: a seconda del giro della porta. Tutto nasce da un’incauta sbandata di Rep. che oggi titolava: “‘Opera di scarso valore’. E il ministero della Cultura negò i finanziamenti al film di Cortellesi”. Il subdolo proposito di infilzare il femminicida Sangiuliano s’è però infranto in un amen. Il ministro, allora, era Franceschini. Particolare che era stato, non ingenuamente, omesso. Io, ha replicato il ministro in carica, l’avrei fatto subito finanziare. A parte la rettifica con coda tra le gambe sull’online, ecco apparire in un fondale flou Franceschini: a spiegare che mai e poi mai un ministro serio (come lui, ndr) avrebbe condizionato la commissione. Così che d’incanto il titolo sul sito di Rep., che era partita per menare il patriarcale Sangiuliano che affamava Cortellesi, s’è tramutato in un attacco, sempre al ministro, ma per l’accusa contraria: “Caso Cortellesi, la tentazione di Sangiuliano: cambiare le regole di assegnazione dei fondi ai film”. C’è ancora da ridere.