contro mastro ciliegia
State Calmi. E Scagni
Alberto Scagni, condannato a 24 anni e detenuto per avere ucciso la sorella, è stato sequestrato in cella e massacrato di botte da due compagni di pena. Un fatto indegno di un sistema penitenziario civile. Ma, in un sistema mediatico ancora più incivile, la notizia è stata confezionata come se si trattasse di una punizione per il femminicidio. La canea dei commenti immagintela voi
La notizia di cronaca, indegna di un paese civile e che abbia un sistema penitenziario civile, è questa: un detenuto della sezione “detenuti protetti” del carcere di Sanremo è stato sequestrato per un’intera notte e massacrato di botte da due detenuti della stessa cella ed è stato salvato per miracolo dagli agenti penitenziari, in grave ritardo. Alberto Scagni è l’uomo che uccise a coltellate la sorella e sta scontando 24 anni di pena. La notizia, per come è stata riportata dalle cronache, in modo indegno per un paese che abbia un’informazione civile, è però questa. Ansa: “Uccise la sorella Alice, sequestrato e picchiato in carcere a Sanremo”. Repubblica: “Femminicidio di Alice Scagni, il fratello killer Alberto di nuovo aggredito in carcere”. Tgcom24: “Uccise la sorella a Genova, Alberto Scagni sequestrato e picchiato in carcere”.
In questo clima mediatico ed emotivo, tra pene esemplari e #femalerage, la notizia del quasi ammazzamento di un detenuto è dunque passata attraverso i media come un caso di vendetta per un femminicidio (peccato che i suoi massacratori siano in carcere per violenza sessuale, non proprio maschi affitti dal senso di colpa). Non riportiamo, pr orrore, i commenti sui social. Immaginateli. Diciamo solo: state calmi.