Wikipedia

Contro mastro ciliegia

Le nostre stragi palestinesi

Maurizio Crippa

Fiumicino, 50 anni fa; e ancora Fiumicino, 1985. Due fra le più gravi stragi avvenute in Italia furono opera di terriristi palestinesi. Ma non ne esiste memoria nel canone demo-antifascista. Perché la sinistra, ancoa oggi, è in imbarazzo davanti al crollo del mito dell'intifada dal volto umano

Va ringraziato Fausto Carioti, giornalista di Libero, per avere riattivato la memoria su una grave strage terroristica avvenuta in Italia cinquanta anni fa. Ma che non essendo parte del canone demo-antifascista “che impone di parlarne e scriverne ‘per non dimenticare’”, è forzosamente avvolta dal silenzio. Il 17 dicembre 1973 l’aeroporto di Fiumicino fu teatro di un attacco terroristico di Settembre nero (il gruppo palestinese autore del massacro di Monaco) che causò la morte di 32 persone. La seconda strage per gravità, dopo Bologna, nella storia italiana. Domenica cade l’anniversario, ma le rare cronache di questi giorni denunciano, più che altro, il clima di insabbiamento (Realpolitik filo-palestinese) dei governi di allora. Invece, della responsabilità storica palestinese, poco o niente. Bisogna ringraziare Carioti perché sfonda il muro di gomma imbarazzato della sinistra, ancora oggi, a condannare il terrorismo palestinese. Nel 1985 a Fiumicino ci fu un altro attentato del gruppo di Abu Nidal, 13 morti. Anche su quello è calato il silenzio. Perché quei morti “smentiscono tutta la mitologia della gloriosa intifada dal volto umano, e fotografano la guerriglia palestinese per quel che è”.

Di più su questi argomenti:
  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"