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Contro mastro ciliegia

L'orgoglio dell'Ucraina, la prima volta della Georgia. Viva gli Europei per gli europei

Maurizio Crippa

Kvara balla il kartuli per celebrare lo storico traguardo, sotto le bombe si festeggia anche a Kyiv dopo aver conquistato il pass per Euro 2024. Invece la Russia di Mad Vlad il sanguinario alla festa del calcio non ci sarà. "Spiaze", come direbbe quello

Le prime volte sono sempre belle, non le scordi mai (o almeno si dice sempre così). Ma è vero che certe prime volte lo sono di più. Ad esempio era la prima volta che vedevamo ballare il kartuli, magari non abbiamo capito bene che cosa abbia di così trascinante questa danza georgiana che per i georgiani è un romantico ballo di corteggiamento, ma vedere Khvicha Kvaratskhelia (okkey, sintetizziamo Kvara) scatenarsi nel  kartuli, sudato come un lavarello in mezzo a uno spogliatoio di uomini sudati come lavarelli, è stata davvero una bella prima volta. Perché è stata la prima volta per loro, ed è stata una bella priva volta per l’Europa. La nazionale di calcio della Georgia martedì sera ha battuto la Grecia e si è qualificata, prima volta nella sua storia, agli Europei 2024 di questa estate. E di certo c’è, per l’appunto, l’effetto prima volta: nel 2020 a Tbilisi era stata invece la prima volta della Macedonia del Nord, che aveva eliminato allo spareggio la Georgia e si era qualifica agli Europei. Quella notte fu Goran Pandev a piangere di gioia, lui che era nato quando la sua nazione ancora non esisteva.

 

Ma hai voglia a veder ballare Kvara e i suoi compagni, viene subito da pensare all’Europa, più che agli Europei. La Georgia sta lì sul bordo, a destra del Mar Nero, e sopra gli incombe quell’ingombrante e minaccioso e orso russo. Ma nel 2022 la Georgia ha presentato domanda di adesione all’Unione europea e a fine 2023 ha ottenuto lo status di paese candidato. Ciao orso. Ballavano anche a Tbilisi, l’altra sera: essere nel calcio delle squadre europee è un presagio di ottimismo di poterci essere anche con tutta la nazione.

Non è la prima volta, anzi le sue squadre sono habitué dei piani alti del calcio mondiale, e sempre siano lodati Sheva e il Colonnello Lobanowsky, ma martedì anche l’Ucraina ha vinto la sua partita, con l’Islanda, si è qualificata per Germania 2024. E sotto le bombe e con orgoglio si è festeggiato anche a Kyiv, a Odessa. Perché è una vittoria che grida forte: noi siamo Europa. E c’è anche la Polonia, tra noi, che ha fatto fuori quei brexitari del Galles. La Polonia che ha un bomber come Lewandowski ma ha anche un sacco di bomber pronti a suonargliele ai nipotastri dell’invasore Molotov.  E in tutto questo, ciliegina sulla torta di questo bell’Europeo riservato a campioni e popoli che all’Europa vogliono bene, e ci vogliono stare, mancherà invece lei: la Russia che Mad Vlad ha condannato a giocare un altro gioco, che non è un gioco un offesa ai popoli europei. “Spiaze”, come direbbe quello.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"