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Contro Mastro Ciliegia

Michele Riondino e la settima cozza pelosa

Maurizio Crippa

Puoi anche fare un film "politico" sull'Ilva, ma se poi pensi che il cinema possa essere il succedaneo dell'acciaieria per fare vivere una città come Taranto, è anche peggio dell'economia politica di Giuseppi ed Emiliano

L’egemonia culturale delle destre è un disastro peggio del celebre salvataggio dell’Ilva di Giuseppi Conte, e anche la presa sui parastati audiovisivi e assistiti lascia a desiderare: a Michele Riondino, che aveva postato una foto di La Russa a testa in giù, non uno ma tre David hanno dato. Ma non è questo trionfo resistenziale a lasciare basiti, di Riondino. Dici: è un bravo attore, ha esordito dietro la macchina da presa con un filmino neorealisticamente impegnato, deve per forza avere qualche buona idea sul mondo. Invece è la versione in 35 mm di Tridico, quello che spreme in colatura d’alici le scemenze assistenzialiste, è la versione cozza pelosa dell’economia politica à la Emiliano. Fa un film sull’Ilva (“noi siamo cresciuti con l’idea che non c’è altro destino se non l’acciaieria”) ma ai David spara un periodo ipotetico dell’anti realtà: “Il cinema è l’altra grande industria, dà lavoro e ricchezza. Nel nostro piccolo possiamo anche fare a meno della fabbrica se si sviluppano altre prospettive, il cinema è una prospettiva”. Nel frattempo il suo film l’ha finanziato Sangiuliano per 200 mila euro, se aspettiamo di dar da mangiare a Taranto coi film, rischiano di morire di fame. Abolire l’industria e darsi al cinema, sarebbe persino un sogno, se non fosse un dramma

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"