Contro mastro ciliegia
Il moralista al Ddt Grittani
C'è questo Saint-Just dell'editoria di nicchia, romanziere castigamatti che fa impazzire il Fatto che non vuole partecipare a un premio letterario in Puglia perché premiano pure Vannacci. Motivo: la propria, auto-assertita, superiorità morale. Vabbè. Ma di quel che fa lo scrittore al Ddt, che ci frega?
C’è questo Davide Grittani, a detta dei fan il più grande scrittore e intellò dell’epoca nostra, uno che nella “biografia” di Wikipedia ha due righe di vita ma ben cinque di gente importante che si è occupata “a vario titolo” di lui. Ha scritto un romanzo ispirato al fatto di cronaca di un uomo che si era suicidato dopo aver scoperto che il cuore che gli avevano trapiantato apparteneva a uno della mafia del Brenta: il moralismo pirla, quando diventa pensiero magico, è peggio che ridicolo. E poi un altro, capolavoro ça va sans dire, in cui butta in faccia a tutti quanto facciano schifo la politica e la società, lui escluso par di capire. E’ piaciuto molto al Fatto, si eviterà di leggerlo. Ora Grittani doveva partecipare a un premio a Conversano, Bari, l’Oscar del libro, dove premiano persino Tridico, ma ha fatto sapere che non andrà perché premieranno anche Vannacci. “La direzione artistica può assumere tutte le decisioni che ritiene opportune. E le personalità individuate possono ritenersi fuori luogo di fronte a chi ha basato su autentici disvalori umani la propria identità”. Fregnaccia che potrebbe dire persino Vannacci, a parti invertite. Ma poi, di questo Saint-Just dell’editoria di nicchia e della sua presunzione morale sparsa come fosse Ddt, che ci frega?