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Contro mastro ciliegia

Il magnifico senso di Camila Giorgi per i fatti suoi

Maurizio Crippa

Se n'è andata senza salutare. Per questo "il pubblico" le sta dando una caccia assurdamente incattivita. Forse non è un suo diritto togliersi dalle vite degli altri senza avvisare? Ora sembra sia inseguita dal fisco: allora lasciate che ci pensi la Guardia di finanza. Voi non c'entrate

Giorni fa, quando qualche guardone social seguito a ruota da qualche giornale a corto di migliori idee aveva diffuso la allarmante (allarmante?) notizia (notizia?) che la tennista Camila Giorgi si era cancellata dall’albo dei tennisti professionisti ed era scomparsa dai radar senza dire nulla, ci era venuta la tentazione di urlare il nostro inutile ma disperato: ma che c…zo ve ne frega a voi? Ci siamo trattenuti perché di storie che nascono sceme e magari nascondono qualcosa di brutto se n’è viste troppe. Però, davvero: che importa alla gente se una tennista lascia il tennis senza avvertire? E chi dovrebbe avvertire? Non sono parenti. Il guardonismo sociale, per il quale una persona anche modestamente celebre   avrebbe contratto con “loro” una sorta di obbligo alla trasparenza, ai fatti suoi messi al discount, è un male morale della nostra epoca. E tutti a ripubblicare ossessivamente le foto déshabillé di cui la giovane donna era generosa – quanto poco ci vuole a passare da libera a “eh ma qualcosa non andava” – e poi l’antidoping? Che dice l’antidoping? Niente. Ora sembra che la spiegazione è che Camila sia in fuga dall’Agenzia delle entrare. Brutta cosa, e la notiziabilità diventa persino plausibile. Ma a inseguirla lasciate che sia la Guardia di finanza, non l’orda di pistola a cui “non ce l’aveva detto”. 

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"