Contro mastro ciliegia
Crosetto, non mi sento Difesa
L'Ucraina si difende con le armi là dove i russi sparano, non con le supercazzole. E preferirei essere difeso dai "solchi d’odio" di Hamas. L'intervista autogol del caro ministro, che resta pur sempre tra i migliori del governo, non convince affatto
Guido Crosetto è stazza di ministro e pasionario, fra i migliori per distacco nel governo; è stato poco bene, ha subito uno “sciacallaggio” e una intervista confidente e sorniona di Simone Canettieri gli è valsa un rassicurante check up. Ma dal ministro della Difesa, francamente, vorrei essere difeso e non turlupinato. L’intervista alla Stampa è un autogol al novantesimo. Stoltenberg ha dichiarato che per difendere l’Ucraina bisogna autorizzarla a usare le armi in Russia, e Crosetto: “Non esiste un segretario Nato o una nazione che decide la linea per tutte le altre”. Peggio su Rafah: “Ho l’impressione che Israele stia creando solchi d’odio e ferite che non si rimargineranno mai”. Preferirei essere difeso dai solchi d’odio di Hamas. Molto male, le mezze verità. Lo sa anche lui, tant’è vero che su X ha dovuto fare marcia indietro (excusatio eccetera): “Non sto mettendo in discussione la necessità dei nostri aiuti all’Ucraina per difendersi”. Ma tralascia che per difendere Kharkiv bisogna colpire le batterie che sparano dalla Russia, se no è una supercazzola degna di Conte. Chiede ai media “maggiore attenzione e contestualizzazione”. Io mi limito a chiedere che dica chiaro e tondo chi sono i nemici e come ci si difende. Se no mi sentivo più garantito ai tempi di Fofò Dj.