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Contro mastro ciliegia

Crosetto, non mi sento Difesa

Maurizio Crippa

L'Ucraina si difende con le armi là dove i russi sparano, non con le supercazzole. E preferirei essere difeso dai "solchi d’odio" di Hamas. L'intervista autogol del caro ministro, che resta pur sempre tra i migliori del governo, non convince affatto

Guido Crosetto è stazza di ministro e pasionario, fra i migliori per distacco nel governo; è stato poco bene, ha subito uno “sciacallaggio” e una intervista confidente e sorniona di Simone Canettieri gli è valsa un rassicurante check up. Ma dal ministro della Difesa, francamente, vorrei essere difeso e non turlupinato. L’intervista alla Stampa è un autogol al novantesimo. Stoltenberg ha dichiarato che per difendere l’Ucraina bisogna autorizzarla a usare le armi in Russia, e Crosetto: “Non esiste un segretario Nato o una nazione che decide la linea per tutte le altre”. Peggio su Rafah: “Ho l’impressione che Israele stia creando solchi d’odio e ferite che non si rimargineranno mai”. Preferirei essere difeso dai solchi d’odio di Hamas.  Molto male, le mezze verità. Lo  sa anche lui, tant’è vero che su X ha dovuto fare marcia indietro (excusatio eccetera): “Non sto mettendo in discussione la necessità dei nostri aiuti all’Ucraina per difendersi”.  Ma tralascia che per difendere Kharkiv bisogna colpire le batterie che sparano dalla Russia, se no è una supercazzola degna di Conte. Chiede ai media “maggiore attenzione e contestualizzazione”. Io mi limito a chiedere che dica chiaro e tondo chi sono i nemici e come ci si difende. Se no mi sentivo più garantito ai tempi di Fofò Dj.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"