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contro mastro ciliegia

Studentesse socializzate asine

Maurizio Crippa

La ridicola storia delle maturande di Venezia che fanno scena muta all'orale per protestare contro il brutto voto in greco, vissuto "come una mancanza di rispetto” ha un aspetto anche peggiore: il prof che rassicura "saranno comunque promosse" e il giornalismo che applaude 

Chissà se funziona come per la caricatura dei Monty Python a Trinità dei Monti, con l’esaltato che urlava “persone socializzate come donne”. Ma certo la studentessa di un liceo di Venezia, e le sue due damigelle, potrebbero essere definite maturande socializzate asine. Succede che la classe non è andata bene nella versione di greco e allora lei decide di fare scena muta all’orale: non vuole subire “una simile ingiustizia”, “l’ho sentita come una mancanza di rispetto”. Il voto, insomma. La mancanza di rispetto che ti socializza asina. “Aveva tutto da perderci ma ha fatto una battaglia di dignità”, ha scritto il Corriere di Venezia, mettendo con ciò il timbro sulla morte cerebrale del giornalismo. Che presentarsi a un esame ed essere giudicati sia un insulto alla dignità è una scemenza che qualsiasi adulto senziente dovrebbe combattere a mani nude. Invece la cosa che fa cadere braccia non sono le studentesse-nessuno-mi-può-giudicare, ma è il prof, socializzato commissario esterno, che rassicura: “Verranno comunque promosse”. Se ti presenti a un concorso, persino a scuola guida, e rifiuti di affrontare una prova, non lo passi. Si chiama principio di realtà. Del resto il beau geste è un po’ paraculo, lei ha già una borsa di studio per meriti atletici nell'Ohio. Gambe rubate alla filologia greca.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"