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conro mastro ciliegia

De Gregori e i braghettoni

Maurizio Crippa

La grottesca, ma anche un  poco odiosa, campagna social di chi è indignato perché "La storia siamo noi" è diventata uno spot dell'Enel. La sinistra è passata dall'egemonia culturale all'appropriazione indebita di canzone popolare, ma senza diritti Siae. Perché a loro, la libertà del cantautore li fa sentire offesi

La storia siamo noi è una splendida canzone di Francesco De Gregori, che mercé l’affitto all’Enel per uno spot di sapore patriottico è diventata un piacevole refrain dell’estate italiana. Da qualche po’ sta però montando sui social una curiosa, sussurrata ma non meno odiosa, campagna di protesta: basta con questa canzone! Che schifo l’uso commerciale! A dare il là era stato Biani, l’arciprete del vignettismo moralista: “‘La storia siamo noi, nessuno si senta offeso’. Io un pochino sì da quando è diventata una pubblicità. Vabbè”. Da allora spuntano le vedove: “Direi che lo spot Enel con la musica di De Gregori ha un tantino rotto i coglioni”. “Il prossimo passo farà la pubblicità della Coca-Cola”. Non accadde nulla di simile quando Volare diventò spot per l’Alitalia o per la Fiat. Forse perché Modugno era un libertario, non un comunista. Il fastidio grottesco di costoro nasce dal fatto che, senza averne i diritti Siae, questo popolo di braghettoni ritiene di avere il legittimo possesso (morale? politico?) su una canzone che pure Mattarella citò, dunque è di tutti. Dall’egemonia culturale sono scaduti all’appropriazione indebita di una canzone, di cui De Gregori può fare ciò che vuole. Ma a loro la libertà degli altri li fa sentire esclusi.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"