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Contro mastro ciliegia

I ragazzi italiani preferiscono il coltello

Maurizio Crippa

Mentre negli Stati Uniti, la candidata democratica alla presidenza Kamala Harris promette una stretta sulla vendita di armi da fuoco, in Italia i giovani assassini usano l'arma bianca

Non per inutile sfoggio di insensibilità, né per abusare di quel margine di cinismo che la professione costringe a elaborare, ma per riflettere ancora un attimo sui quei fatti sconvolgenti – Paderno Dugnano, Terno d’Isola – che ci hanno inquietati negli scorsi giorni. Giovani assassini e coltelli. In America, nella Apalachee High School di Winder, in Georgia, un adolescente ha sparato a compagni e insegnati causando quattro morti e trenta feriti. L’ennesimo mass shooting, sono già oltre 400 nel 2024.

Subito la politica di marca dem ha rilanciato la sua soluzione: “Non possiamo più accettare le stragi negli Stati Uniti, non sono normali” ha detto Biden. E Harris: “Quando è troppo è troppo, una tragedia insensata”, e ha promesso nuove strette sulla vendita di armi da fuoco. Anche in Italia, dove ancora non siamo ai mass shooting, i giovani uccidono senza motivo. Ma usando coltelli. E non valga questo a dire che allora le campagne in America per vietare la vendita di armi siano inutili. Però forse il tema è un altro, non è politica né sociologia: è perché avviene. Se l’è chiesto anche Salman Rushdie, da dove nasca questa violenza, lui che da un coltello, però motivato (motivato?) da mano islamica è stato brutalmente ferito. Il libro si chiama Knife.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"