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Contro Mastro Ciliegia

Il "white flight" a Fondi: cosa c'è dietro alla "fuga dei bianchi" dalle aule scolastiche con troppi stranieri

Maurizio Crippa

Inutile gridare al razzismo perché molte famiglie di una prima classe hanno tolto i figli da una scuola con troppi stranieri. Il problema esiste, va affrontato con pragmatismo. La capacità di apprendimento, per tutti, inizia dalla condivisione linguistica, che in questi casi non è sempre favorita

Il termine urtante “white flight” (fuga dei bianchi) è apparso per la prima volta in Italia in uno studio del Politecnico pubblicato da Franco Angeli nel 2017 (“White flight a Milano – La segregazione sociale ed etnica nelle scuole dell’obbligo”) per lanciare l’allarme sulla ghettizzazione degli allievi stranieri o italiani di origine straniera come esito della “fuga degli italiani” verso le scuole giudicate “migliori” o private. In America se ne parla dagli anni 60 e in Europa da diversi anni. Ora tutti si sono accorti di Fondi, provincia di Latina, dove la composizione di una prima elementare con un’alta percentuale di alunni stranieri (14-16 su un totale di 28) ha indotto 12 famiglie a ritirare i propri figli e a iscriverli in altre scuole. Non si tratta per forza di “razzismo”. Il tasso di “segregazione scolastica” è studiato da tempo come indicatore di squilibrio sociale. Ed è noto a chi di scuola si occupa che il problema della non-conoscenza della lingua italiana, se non adeguatamente compensato e guidato, è un ostacolo pesante che rallenta l’apprendimento. La risposta non è lo scandalo ma, come indicato dall’Ufficio scolastico, ristabilire un bilanciamento tra studenti madrelingua italiani e no. Cosa che non era stata fatta per astratte velleità sociali. Altrimenti non impara nessuno

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  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"