contro mastro ciliegia
Il disastro di Milano sul Meazza
La Uefa ha tolto a Milano la finale della Champions League 2027, perché il Comune non è in grado di sapere se a quella data lo stadio sarà disponibile. Il fallimento patetico di una politica e di una giunta che cincischiano dal 2019 tra indecisioni assurde e pavidi inchini alle lobby di quartiere
Dire che Milano, l’ex place to be, si sia consegnata a una figura di cacca planetaria, come stanno facendo in molti, è poco utile e soprattutto è riduttivo. La verità è che Milano, la sua classe politica (boh) e la sua amministrazione indecisa a tutto hanno consegnato in eurovisione l’immagine patetica, ma purtroppo realistica, di una città debilitata, provinciale, incapace di scegliere la propria trasformazione. Anche perché ostaggio di piccole lobby e bande di agitatori, non le baby gang ma i comitati civici e di quartiere. Guerriglia urbana da pochi voti. A cui pavidamente la giunta di Milano ha mostrato di inchinarsi. La Uefa ha comunicato di avere tolto a Milano la prevista finale di Champions League 2027 perché il Comune non è in grado di prevedere quale sarà la situazione del Meazza. Perché il Comune ha scritto alla Figc per mettere le mani avanti, o lavarsele, sul futuro della (ex) Scala del calcio. Comune, e sindaco Beppe Sala in testa, cercano da tempo disperatamente di dare la colpa a Inter e Milan per non aver ancora scelto (ma cosa?) sul nuovo stadio. Non è vero, il progetto iniziale prevedeva che il Meazza sarebbe rimasto agibile, per le Olimpiadi 2026 e per la finale Champions. Sono i pasticci della politica ad aver scattato la penosa foto di un vecchio stadio ancora in piedi, ma vuoto.
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