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CONTRO MASTRO CILIEGIA

Presentat'arm al generale Molinari, destituito da Repubblica

Maurizio Crippa

La destituzione del direttore-soldato Maurizio Molinari dalla plancia di comando di Repubblica, e alla vigilia del 7 ottobre di dramma, spiace. Non ci importano le mille guerre interne che l'hanno logorato. Ha tenuto la barra dritta e l'artiglieria puntata dalla parte giusta, nelle due guerre che contano. Onore

La finanza, e persino nel suo piccolo l’editoria, hanno tempi che il cuore non conosce. Ma destituire, mentre è impegnato sul campo del giorno più lungo d’Israele, il direttore-generale in chief, e farlo per giunta alla vigilia dell’anniversario del 7 ottobre, mentre piovono missili da Teheran e cazzate opinionistiche di ogni calibro e anche più mortali da ogni pertugio d’Italia, be’, questo dispiace un po’. Ha quasi l’aria, ma siamo sicuri involontaria, delle mostrine strappate in mezzo alla piazza d’armi. E allora l’onore delle armi vogliamo rendere a Maurizio Molinari, direttore di guerra, e che guerre, militare nella fedeltà all’obiettivo. Non ci occuperemo del fronte editoriale interno che non ha saputo rassettare, della vecchia guardia di Repubblica che non lo ha mai assimilato, del resto è impegnata nella sua quotidiana Stalingrado finale contro “le destre” di tutto il mondo, che gli può fregare di un conflittino quasi mondiale? (Mi raccomando, Mario Orfeo, mai mulà). Non ci chiederemo com’è che non ha mai visto arrivare una marchettona dell’editore, un comunicato del cdr, una vendita in diretta a OpenAi di tutta il glorioso giornalismo di Rep. Se la vedranno altri. Ma al direttore generale, o generale direttore, Maurizio Molinari, facciamo presentat’arm, e alla prossima battaglia. 

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"