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contro mastro ciliegia

Spalletti la spara su Israele

Maurizio Crippa

No, decisamente non è un intellettuale come Guardiola. Ma il ct della Nazionale, praticamente la quarta carica dello stato, dovrebbe almeno imparare dalla prima carica come ci si rivolge al paese che ha subito il pogrom del 7 ottobre. Poi ci sono uomini di sport che fanno di peggio, e sono pure del Pd

Domenica sera da Fazio c’era Pep Guardiola, e se qualcuno ancora nutrisse dubbi che è uno degli allenatori più grandi della storia, si sarà fatto edotto che è un uomo intelligente, ironico, parla un bell’italiano e raramente sbaglia l’intenzione e il senso di una frase. Tutto il contrario, insomma, di Luciano Spalletti, profeta contadino di poca ironia e meno costrutto che non perde occasione per dire cose sbagliate, cui di solito segue rettifica. Ma essendo ct della Nazionale, in pratica quarta carica dello stato, dovrebbe provare a moderarsi. Anziché sparacchiare, alla vigilia della partita con Israele, questo cross fuori misura: “Penso che ci siano molti israeliani che non vogliono la guerra e noi dobbiamo convincere sempre qualcuno in più che questa è una cosa che deve finire. Si va a giocare la partita con la speranza di convincere sempre qualcuno in più”. Convincere Hezbollah? Ascoltasse un po’ la prima carica dello stato, imparerebbe almeno a premettere alle sue fregnacce un saluto di un benvenuto a chi ha subito il 7 ottobre. Un altro uomo di sport, Mauro Berruto, ha fatto peggio con la discutibilissima opinione che la partita di ieri non era da giocare, “per me rappresenta la sconfitta stessa dello sport”. Almeno Spalletti ha un attenuante, non è del Pd. 

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"