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contro mastro ciliegia

Quirico e Sinwar, il suo Toro Seduto

Maurizio Crippa

Non avendo altre prefiche pronte alla bisogna, alla Stampa hanno scelto l'espertone già autore di una odiografia contro Israele dopo Nasrallah. E Quirico trasforma il carnefice di Hamas in una leggenda, il Toro Seduto  di Gaza. Poi Sitting Bull fini in un circo equestre. Le selezioni sono aperte

Forse perché Guanciale era già ingaggiato per i paragoni con la Shoah, forse perché Francesca Albanese ha pianto tanto che le si è sciolto il Rimmel, come volenterosa prefica di Sinwar alla Stampa hanno preso Quirico. Domenico Quirico. Scelta azzeccata, lineare. Già in lacrime per Nasrallah, aveva vergato una furibonda odiografia: “L’implacabile caccia ai capi e l’anima perduta di Israele” (invece Iran e Hezbollah, tutte anime belle). Ieri le strida per Sinwar, “l’ombra, l’enigma, il signore di un atroce mondo sotterraneo”. Colui che è stato “la prova, inafferrabile ma somaticamente incancellabile, che Israele, a causa sua, aveva perso irrimediabilmente una guerra”. Figo eh? Ma ora che è morto, “è con qualcosa di ancor più potente che Israele dovrà fare i conti, la sua terribile leggenda contro cui non basteranno intelligence del Mossad e bombe”. Un mito: “C’è nella sua biografia un destino segnato. Pensateci. Che cosa poteva essere Sinwar se non Sinwar?”. Non sapremmo dire, forse un criminale comune? Quirico ne fa il suo eroe, il Toro Seduto di Gaza che sconfisse Custer. Poi Sitting Bull finì i suoi giorni facendo la comparsa in un circo equestre, cosa che a Sinwar sarà impossibile. Quirico, invece, ci può ancora pensare.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"