Eugenio Borgna, in dialogo con Umberto Galimberti, in occasione dell'uscita di "Il fiume della vita" (frame video YouTube / Feltrinelli) 

contro mastro ciliegia

La grande cura che Eugenio Borgna s'è preso di noi

Maurizio Crippa

L’abbiamo intervistato spesso, e recensito i suoi molti libri, perché aveva molto da dire. Perché era un umanista. Aveva trovato questo finale di partita, per sé e il suo lavoro: “Siamo fatti a immagine e somiglianza di Dio”

“Finita è finita, sta per finire, sta forse per finire”, è l’inizio del Finale di partita di Beckett, mentre il rottame Hamm si chiede scandagliando il buio “non può darsi che noi… che noi… si abbia un qualche significato?”. Aveva scandagliato tutte le sue domande, “la mia memoria interiore, così la definisce sant’Agostino”, e anche quelle nascoste nella mente dei suoi pazienti, e s’era dato significati buoni anche ora che la sua lunga vita è finita, a 94 anni. Eugenio Borgna, “psichiatra gentile” nei titoli frettolosi, è stato uno dei più grandi medici non solo italiani, sperimentatore dei metodi cui poi Basaglia darà legge. L’abbiamo intervistato spesso, e recensito i suoi molti libri, perché aveva molto da dire. Perché era un umanista, “capire qualcosa del dolore, dell’angoscia, della disperazione, richiede conoscenze di psichiatria ma anche di filosofia, di letteratura e di poesia”. E “la spina del dolore, da Eschilo a Simon Weil, ha sempre rappresentato la possibilità per un difficile consapevolezza”. Aveva trovato questo finale di partita, per sé e il suo lavoro: “Siamo fatti a immagine e somiglianza di Dio. Questo è l’ultimo fondamento che consente di guardare l’altro dall’unico punto di vista che mai consentirà di venir meno al rispetto di una dignità, e di una libertà assediate dal male”. 

 

Di più su questi argomenti:
  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"