contro mastro ciliegia

Ilaria Salis, squatter da morire

Maurizio Crippa

L'iper attivismo via social della manganellatrice di Budapest sono regali alla destra

Ha scritto Massimo Adinolfi su HuffPost che, per la sinistra, fare di “Ilaria Salis, delle sue disinvolte solidarietà e delle sue simpatie, dei suoi facili sociologismi e dei suoi ideologismi, una divisa della sinistra politica è un bel regalo alla destra”. Ben argomentato. Ma la nota manganellatrice di Budapest, unico curriculum politico l’attività di squatter, non demorde. Ieri ha preso la parola social per difendere nove militanti di centri sociali del Giambellino che avevano occupato case popolari vuote (togliendo la possibilità, di fatto, di assegnarle agli aventi diritto, ma che volete che sia). Sono stati assolti per quanto concerne l’associazione a delinquere, ma Salis non è contenta: “Invito a sostenere le ragioni dei movimenti di lotta per la casa, che sono gli unici ad attuare una vera politica per il diritto all’abitare”. Nel suo iper attivismo squatter, ieri ha poi provato a cavalcare anche una brutta storia di Treviso, un uomo di 53 anni morto in un box dopo essere stato sfrattato: “Nel 2024 non è possibile morire di freddo, non è possibile non avere un tetto sulla testa. La casa è un diritto universale”. Peccato che la casa da cui era stato cacciato fosse proprietà di un collega di Salis, un attivista che di solito manifesta contro gli sfratti. Un bel regalo alla destra, direbbe Adinolfi.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"