(foto EPA)

contro mastro ciliegia

Fare sesso, ma solo a slogan

Maurizio Crippa

La ridicolissima storia del politico "femminista" spagnolo Iñigo Errejón, paladino della “ley solo sí es sí”.  Ora è accusato di violenza sessuale, e la donna sostiene di averglielo ricordato: “solo sí es sí, Íñigo”. Ma la sua risposta  senza più freni inibitori, è fantastica: “Nella vita reale le persone non parlano a slogan”

La storia di Íñigo Errejón aveva già fatto scompisciare dal ridere mezzo mondo (il mezzo almeno non rincoglionito dalla sloganistica della misurazione linguistico-giuridica dei rapporti tra i sessi) quando l’esponente di spicco del partito sinistrissimo Sumar, già fondatore di Podemos nonché sommo paladino della “ley solo sí es sí” si dimise travolto dalle accuse di violenza sessuale di una donna. Si ritrovò “al limite della contraddizione tra il personaggio e la persona”, parlò di “incoerenza tra lui e il partito”. In sostanza: avendo lui stesso coniato il brocardo per cui “le donne vanno sempre credute”, ora non poteva difendersi, cioè dire che l’accusatrice, l’attrice Elisa Mouliaá, diceva il falso.

 

Tra lui e lei esisteva una conoscenza non proprio filosofica, succede nella vita. Ma ora i due sventolano versioni opposte, tranne che su un bacio in ascensore. Sono stati pubblicati gli interrogatori, e fanno più ridere ancora. La giudice gli chiede: “Perché dovremmo credere alle testimonianze delle donne, ma non a quella di Mouliaá?”, la quale sostiene di avergli detto, quella sera, “solo sí es sí, Íñigo”. E la strabiliante risposta di Errejón, il femminista senza più freni inibitori, ha chiuso, forse per sempre, la partita: “Nella vita reale le persone non parlano a slogan”.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"