contro mastro ciliegia
Emilia Pérez coniugata Trump
Il comicissimo caso di Karla Sofía Gascón, candidata all'Oscar in un tripudio di applausi per le politiche della diversity, che ora viene scoperta autrice di tweet di “linguaggio d’odio” contro musulmani, cinesi, e neri. Le daranno la statuetta? In ogn i caso, ha vinto Trump
Finirà che dovranno dare ragione a Trump persino sulla demenziale storia degli aerei che si schiantano per colpa delle politiche di diversità, equità e inclusione, tanto la riscrittura del mondo secondo i dettami della correttezza politica si sta ormai intorcinando su sé stessa, generando paradossi sempre più ingestibili. Ma che, bisogna ammetterlo, fanno riderissimo. L’ultimo caso, una sceneggiatura da Oscar, riguarda Karla Sofía Gascón, l’attrice candidata per Emilia Pérez, la storia del boss dei narcos che si sottopone alla chirurgia di riassegnazione del sesso per cambiare vita. E poiché Karla Sofía Gascón è la prima attrice transgender a raggiungere la nomination, è stata subito festa grande nel mondo che si sente minacciato da Trump e Milei. Solo che ora escono questi vecchi tweet, in cui Gascón si rivelerebbe una odiatrice seriale di ogni diversity: se la prendeva con i musulmani, i cinesi (per il virus del Covid) e persino con l’eccesso di BLM agli Oscar. E posto che, a ben vedere, i suoi tweet non sono “offensivi” ma abbiano persino qualche ragione, tutto quel mondo che la esaltava ora si trova a doverla condannare, almeno per coerenza. Oppure a fare finta di niente sul suo “linguaggio d’odio” e darle lo stesso l’Oscar. Comunque vada, vince Trump.
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