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contro mastro ciliegia

I pugnetti woke di Jane Foda

Maurizio Crippa

Tutti a indignarsi per il saluto romano di Bannon, ma l'attrice ai Sag Award s'è presentata col pugno chiuso, che a conti fatti ha fatto tanti morti quanti il braccio teso. Ma per la retorica progressista tutto va bene

I weekend hanno variabili ripetitive e fin troppo noiose, una per le fisse di ognuno: come sta il Papa, i nazisti hanno preso Berlino?, che cazzo ha combinato stavolta il Var. Tra tutti i refrain che ci hanno malmenato le meningi nel weekend, quello più inutile e scontato è stato: ecco! anche Bannon ha fatto il saluto romano, stavolta non potete far finta di niente, fascisti. Meloni si dimetta! L’indignazione salutista va come l’acqua per l’orto. Poi arriva Jane Fonda, per chi non la ricordasse è la sorella meno dotata del caro Peter, riceve il Sag Award alla carriera e si esibisce con il pugno chiuso. Solo che il suo gesto scatena sul web un tripudio di applausi, anche se a conti fatti ne ha ammazzati tanti quanti e più del braccio teso. Ma la retorica prog non morirà mai, è incurabile come lo strabismo storico. E Jane Fonda sulla retorica de sinistra ci ha marciato una vita. E allora il fervorino a pugnetto chiuso: “Oggi è utile non dimenticare che Hollywood resiste”. E soprattutto, geniale: “Woke significa solo non fregarsene degli altri”. Frasetta da bacio Perugina che ha il potere di surclassare persino il Uolter Veltroni di “I care”, o forse è la versione terzo millennio di “amare significa non dover mai dire mi dispiace”. Ma col pugno chiuso, povera la nostra adorata Ali MacGraw.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"