
Una raffigurazione di La Fayette (a destra) e Washington a Valley Forge (Wikipedia)
contro mastro ciliegia
La Statua della libertà e il cappello nuovo di La Fayette
Lo scontro un po' ridicolo tra l'eurodeputato intellò Glucksmann e l’arcinemico Trump, tra la Casa Bianca e la Francia
“Il marchese La Fayette ritorna dall’America importando la rivoluzione e un cappello nuovo”. Sempre sia lodato Rino Gaetano, storico arguto delle idee che oggi se la riderebbe anche di un intellò dal cognome decisamente più à la page del suo, Raphaël Glucksmann, saggista ed eurodeputato autocandidatosi a novello La Fayette della sinistra francese demélenchonizzata. Ma troppa foga per la liberté a volte non funziona, si finisce per somigliare al vanitoso La Fayette che salva l’America con il cappello alla moda, avrebbe scherzato Rino. Surtout, pas trop de zèle. Troppo zelo rende zeloti, e l’idea, per quanto ironica, di Glucksmann per contrastare l’arcinemico Trump e la sua America trasformata in una gang di Mar-a-Lago, “ridateci la Statua della Libertà” poiché non ne siete più degni, è un po’ zelota. Più che altro rischia il disastro. Ogni volta che si cominciano a maneggiare i simboli, a chiedere la restituzione di qualche cosa che ormai appartiene alla storia, finisce male. La portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha risposto come al mercato del pesce: “È solo grazie agli Stati Uniti se i francesi oggi non parlano tedesco”. E i francesi che s’incazzano: “Senza La Fayette non esisterebbe nemmeno l’America”. Tutto un po’ ridicolo, come il cappello nuovo di La Fayette.

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A chi il democraticissino Tu?


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