Una raffigurazione di La Fayette (a destra) e Washington a Valley Forge (Wikipedia) 

contro mastro ciliegia

La Statua della libertà e il cappello nuovo di La Fayette

Maurizio Crippa

Lo scontro un po' ridicolo tra l'eurodeputato intellò Glucksmann e l’arcinemico Trump, tra la Casa Bianca e la Francia

“Il marchese La Fayette ritorna dall’America importando la rivoluzione e un cappello nuovo”. Sempre sia lodato Rino Gaetano, storico arguto delle idee che oggi se la riderebbe anche di un intellò dal cognome decisamente più à la page del suo, Raphaël Glucksmann, saggista ed eurodeputato autocandidatosi a novello La Fayette della sinistra francese demélenchonizzata. Ma troppa foga per la liberté a volte non funziona, si finisce per somigliare al vanitoso La Fayette che salva l’America con il cappello alla moda, avrebbe scherzato Rino. Surtout, pas trop de zèle. Troppo zelo rende zeloti, e l’idea, per quanto ironica, di Glucksmann per contrastare l’arcinemico Trump e la sua America trasformata in una gang di Mar-a-Lago, “ridateci la Statua della Libertà” poiché non ne siete più degni, è un po’ zelota. Più che altro rischia il disastro. Ogni volta che si cominciano a maneggiare i simboli, a chiedere la restituzione di qualche cosa che ormai appartiene alla storia, finisce male. La portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha risposto come al mercato del pesce: “È solo grazie agli Stati Uniti se i francesi oggi non parlano tedesco”. E i francesi che s’incazzano: “Senza La Fayette non esisterebbe nemmeno l’America”. Tutto un po’ ridicolo, come il cappello nuovo di La Fayette. 

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"