(Ansa)

Contro mastro ciliegia

I ciclisti d'altri tempi, il Guttalax e il metodo Trump

Maurizio Crippa

Beppe Saronni racconta i tempi eroici del ciclismo, quelli dei pirati che pedalavano senza casco e occhiali. In quegli anni, capitava che tentassero di avvelenarti con il Guttalax e la squadra nemmeno denunciava il fatto 

Non ho niente contro i ciclisti, giuro. Anzi sono nella tipica condizione di poter dire “ho anche tanti amici ciclisti”. Anzi andavo in bicicletta anch’io, e seguivo con distratta passione, ma fino ai tempi in cui al massimo si mettevano in testa una bandana. Pirati che pedalavano “senza casco e occhiali a nasconderci il volto”, come ha detto al Corriere Beppe Saronni. Da quando hanno gli occhialoni, sono diventato credente ma non praticante. Saronni parla ovviamente della rivalità con Francesco Moser. Ecco, io ho tanti amici ciclisti ma non ho mai saputo scegliere chi mi stesse più antipatico tra i due. Ma ieri Saronni ha raccontato una storia assurda, d’altri tempi, e l’ho trovato retroattivamente molto simpatico. Era al Giro d’Italia del 1983, era la Maglia rosa, cioè come direbbe Trump era quello a cui tutti dovevano baciare il culo. A un certo punto lo avvisano che “un piccolo industriale lombardo che faceva ruote di biciclette” lo inseguiva da giorni per “avvelenarlo con il Guttalax”. Insomma le goccine per far venire la cagarella ai bambini. Oggi per fregarti userebbero il Clostebol e ti denuncerebbero alla Wanda. Ma quelli erano tempi eroici, senza casco. La sua squadra non fece neanche denuncia. E adesso baciate il culo ai ciclisti coraggiosi.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"