A Londra arriva “The New Day”, il nuovo giorno dei giornali di carta, il corteggiamento dei lettori moderati
Non ha un sito, non ha gli editoriali, ha i commentatori ma non ha i commenti: ecco “The New Day”, il quotidiano uscito ieri mattina nelle edicole britanniche, gratis per il lancio, da oggi a 25 penny per due settimane, fino al prezzo stabilito, fifty pence, più dei giornali concorrenti, che costano anche la metà. L’editore è Trinity Mirror, che pubblica già il Daily e il Sunday Mirror, tabloid tendenza laburista, ma la direttrice del “nuovo giorno” dice che il suo giornale non vuole avere connotazioni politiche, non vuole commentare le notizie della giornata e poi posizionarsi, vuole semplicemente raccontare. E lo fa prendendo i contenuti dal Mirror, rielaborandoli, ma senza spendere troppi soldi per crearne di nuovi: si tratta di mettere in ordine quel che già c’è.
“Siccome siamo partiti da zero – dice la direttrice, Alison Phillips, che prima guidava il Sunday Mirror – abbiamo buttato via tutto quel che pensavamo riguardo alla struttura di un quotidiano, e siamo partiti da un foglio bianco. Vogliamo dare ogni giorno 40 pagine, leggibili in mezz’ora, senza bombardare i lettori di contenuti di cui non hanno bisogno”. Il sito non c’è, e alla notizia molti esperti del settore sono quasi svenuti, o hanno iniziato a ripetere: sono pazzi. Ma una strategia digitale esiste, ribatte l’editore, passa per Facebook e Twitter, non c’è più spazio nel mercato per un sito che faccia breaking news, è saturo, “non vediamo alcun vuoto da riempire lì”. Si salta l’home page, si va direttamente agli articoli.
L’obiettivo del nuovo giorno, con un nome così, non può che essere quello di fare reinnamorare i lettori, convincerli che i giornali non sono morti (anche se tra pochi giorni chiude l’edizione cartacea dell’Independent), che non c’è modo migliore per fruire delle informazioni che sfogliare un quotidiano di carta, altro che schermi e vista perduta per sempre.
[**Video_box_2**]The New Day vuole fare il suo corteggiamento usando toni più pacati rispetto ai tabloid tradizionali, senza imporre una chiave di lettura: tono moderno, dicono direttore ed editore, vogliamo parlare alle famiglie che amano essere informate ma non amano sentirsi dire come la devono pensare. Raccontami, poi io vedrò che cosa ne penso. Secondo i focus group, i lettori cercano una “lettura bilanciata” dei fatti. Il miraggio del lettore moderato, in un mondo in cui non ci sono più nemmeno i partiti moderati, non ci sono elettorati moderati, sembra una scommessa quasi ridicola, poi con che cosa vuoi fare innamorare i lettori, con la carta? C’è chi ride, c’è chi già è convinto che sarà un disastro, c’è chi si è guardato il giornale e dice che non è affatto male: c’è un articolo del premier, David Cameron, contro la Brexit (che altro?) e di fianco una maestra molto fotogenica che scrive che l’Europa è un bene per gli inglesi; c’è una storia di copertina sui bambini che devono arrangiarsi da soli perché nessuno li cura, o almeno il governo non permette più di organizzare un welfare familiare dignitoso (nelle foto c’è un bambino di cinque anni che fa il bucato e cammina per strada con le buste della spesa), c’è la nuova storia d’amore tra una trentenne delle Girls Aloud e un ventiduenne dei One Direction.
Un giornale generalista con toni moderati e una strategia paper-oriented. Chissà che ne sarà, chissà se lunedì mattina gli edicolanti inglesi hanno avuto un sussulto, come quello che racconta Anais Ginori, giornalista di Repubblica, nel suo libro (in francese) “Le Kiosquier de Charlie”: Patrick, che tiene l’edicola di Saint-Germain-des-Prés a Parigi, comincia alle 4 e mezza del mattino, tutti i giorni, dispone i giornali, sta attento a tutto, alla visibilità, alle novità, a chi sopravvive, a chi cade, “il chiosco è sempre pieno, Patrick ha l’orrore del vuoto”, scrive Ginori, e fa venir voglia di andar lì e comprare tutto. Forse il corteggiamento serve, forse l’amore (per la carta) esiste davvero, basta saperlo coltivare.