Divagazioni geopolitiche sull'amore non confermato (ma non importa) tra Wendi Murdoch e Vlad Putin
Wendi Deng e Vladimir Putin innamorati, seriously? Da quando Us Weekly ha fatto circolare la notizia, il mondo si è diviso in: pettegolezzo senza fondamento da una parte, ora si capiscono tante cose dall’altra. Certe storie non hanno bisogno di essere vere per essere leggendarie: ancora non sappiamo se Wendi, meglio nota come l’ex terza sposa di Rupert Murdoch, abbia davvero avuto un affair con Tony Blair, ma questo non ci ha impedito di divorare gli articoli che parlavano di loro, con i bigliettini d’amore sgrammaticati di lei e le fughe con la moglie alle calcagna di lui. Le basi su cui Us Weekly fonda il suo scoop sono invero fragili: la Deng è stata avvistata a Pasquetta al largo delle Antille francesi sullo yacht dell’oligarca russo Abramovich, amico di Putin, e una fonte anonima vicina al presidente russo dice che la relazione “è seria”. Tutto qui. Non una paparazzata, non un incrocio di appuntamenti internazionali, non un conto intestato (o almeno dai Panama Papers ancora non è emerso niente, ammesso che i giornalisti siano andati a verificare le cose importanti). Finché Wendi e Vladimir non si faranno vedere insieme, dovremo accontentarci di immaginare come può cambiare il mondo se davvero i due si amano, e se lei arriverà a difendere lo zar con la stessa forza da tigre con cui difese il suo ex Rupert in un’aula dei Comuni inglesi, quando un malcapitato tentò di tirargli addosso una torta alla panna. Forse Wendi convincerà Putin a lasciar perdere con il rais siriano Bashar el Assad: lei che sa che cosa siano i regimi, anche se si è salvata in fretta, lei che ha assaporato la libertà occidentale nelle sue forme più lussuose forse inorridisce davanti all’alleanza sciagurata tra Mosca e Damasco, e con tutta probabilità ha strumenti di persuasione che il solerte dipartimento di stato americano si sogna. Forse la fine della nuova Guerra fredda passerà per questo amore così improbabile e tardivo, con la cinese che convince il russo che gli americani non sono poi così infrequentabili. Oppure, al contrario, l’asse asiatico sarà l’ultimo colpo, definitivo e mortale, all’ordine mondiale liberale che con tanta fatica l’occidente ha costruito negli ultimi sessant’anni. Gli esperti di geopolitica sono divisi, e dall’alto del loro noto cinismo si piazzano saldi nel campo di chi pensa che questa storia sia un’enorme scemenza.
Intanto però risulta chiaro perché Rupert Murdoch sia tanto indeciso nei confronti di Donald Trump. Se la campagna elettorale americana fosse meno squinternata di com’è, sarebbe comprensibile. Ma stando così le cose, perché Murdoch fa così lo schizzinoso con uno che intercetta quella rabbia, quella voglia di spaccare tutto che i media di News Corp. hanno maneggiato con estrema dimestichezza per anni? Forse perché Donald è un grande ammiratore di Putin, e gli darebbe le chiavi per fare un po’ quel che vuole tra Europa dell’est e medio oriente. E’ plausibile che Rupert Murdoch conosca la gelosia? A ottantacinque anni, con una moglie nuova di pacca, tweet amorevoli e viaggio di nozze di yacht, si può essere vendicativi nei confronti di un’ex moglie salvata da uno stage in Cina e portata a vivere in America? Forse Murdoch vuole rifarsi di tutti gli anni che Wendi gli ha fatto passare a downtown Manhattan quando lui desiderava soltanto starsene nel suo tranquillo upper east ed evitare di mangiare soia e di andare in palestra alle sei del mattino per assecondare le volontà della moglie?
Difficile vedere così a fondo nel cuore di uno squalo (tra l’altro ignoravamo che avesse un cuore fino al giorno del suo ultimo matrimonio, quello con Jerry Hall, in cui sembrava trepidante), non ci resta che sperare in un gesto conciliante di Putin, per dire che l’amore vince tutto, vince sempre, persino sull’istinto di una spia del Kgb che non conosce scrupoli.