Theresa May mangia le patatine fritte durante la campagna elettorale (foto LaPresse)

Così Theresa May si rifà il look sui social

Paola Peduzzi

Parigi ha il suo piccolo principe, ora tocca alla regina May conquistare l’Inghilterra (occhio a Instagram)

La Francia ha deciso, vuole cambiare tutto cominciando dal suo piccolo principe, ora tocca alle regine d’Europa, Theresa May e Angela Merkel, rimettersi al giudizio del popolo. Merkel ha un’estate di tempo, invece la frettolosa May ha voluto fare tutto e subito, perché ora è forte e domani chissà: si vota l’8 giugno nel Regno Unito e la May è alle prese con la costruzione della sua immagine da leader, attività in cui non si è mai avventurata, essendo stata nominata premier quando attorno a lei tutti gli avversari si ammazzavano tra di loro (ed essendo stata trattata malissimo dai suoi predecessori, i cameroniani, che avevano sempre una battuta pronta contro di lei, che in effetti a loro confronto pare arrivata da un altro pianeta, ma sull’arroganza dei cameroniani s’è già detto fin troppo).

 

Questo inizio di campagna elettorale non è stato esaltante: i giornalisti inglesi ironizzano di continuo sulla incapacità della May di sostenere i bagni di folla o anche soltanto i confronti diretti con gli elettori. Le prime immagini di lei che mangia patatine fritte e ha l’aria disgustata sono diventate già storia elettorale – come accadde nel 2015 a Ed Miliband, allora leader del Labour, che tra le sue tante debolezze aveva pure quella di non essere particolarmente fotogenico, non certo mentre mangiava un panino (non lo è nessuno, in realtà). Ma questa è tutta un’altra gara, tutta un’altra partita, la May non avrà dimestichezza con lo street food (ha anche il diabete del resto), ma parte con un vantaggio straordinario rispetto all’opposizione e anzi, come già accadde nel luglio scorso, i suoi avversari si azzannano tra loro, lasciandola pressoché indenne mentre colora di blu tutto il Regno Unito.

   

Però anche a lei va stretta l’immagine della politica cauta e calcolatrice: essere misteriosi non è una strategia che funziona molto in politica (pure in amore non è un granché), si finisce per essere percepiti come troppo freddi, o troppo falsi. Anche alla May serve mostrare un po’ di cuore, vero o finto che sia, per questo oggi inizia l’operazione-umanizzazione con il marito Philip, che fin da subito è stato posizionato come il “sensibile” della coppia. Questa sera i due saranno intervistati al “The One Show” della Bbc, e tutti si aspettano che finalmente il principe consorte esca dal suo tradizionale low profile, per mostrare un po’ della sua chimica. Gli strateghi della May dicono che Philip è una delle armi più importanti e meno note dell’arsenale del premier: attivista indefesso, è lui che ha sempre consigliato alla moglie di andare a fare il porta porta nella sua circoscrizione, di guardare in faccia gli elettori, di sapere rispondere anche alle domande più banali, con semplicità. Ma se lei non riesce a togliersi l’immagine austera e un po’ distaccata, lui pare simpatico e alla mano. Oltre che uno stratega: si dice che siano state le sue pressioni e le sue spiegazioni a far cambiare idea alla May, la quale aveva escluso di organizzare un voto anticipato prima del 2020, non ci possono essere troppe scommesse contemporaneamente, diceva il premier, e c’è già la Brexit.

     

Ma oggi lo stesso Philip dice che la scelta del voto era inevitabile, non puoi andare a negoziare il divorzio della vita – per Londra e per l’Europa – senza avere un mandato popolare forte, che serve più per tenere a bada gli alleati riottosi che i nemici spesso fin troppo concilianti. E anche gli europei, che pure si sentono molto forti, ringalluzziti da un’Europamania che non si era mai vista, in fondo sono contenti se May è forte, preferiscono parlare con lei e avere un referente chiaro, piuttosto che dover star dietro alle voci e ai rumors dei suoi collaboratori – in particolare “l’altro Philip”, cioè il cancelliere dello Scacchiere Hammond. Ma quel che si aspetta, oltre ai piani e ai dettagli e alla misura del costo della Brexit, è anche l’esito dell’altra strategia umanizzante di May: diventare più popolare su Instagram di Kim Kardashian (pagando, ovviamente).

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi