I Tory vogliono seppellire il New Labour a casa di Blair
La candidata dei conservatori a Sedgefield lavora in un negozio di videogame, si chiama Dehenna Davison, è nata nel 1994 ed è fidanzata con l’istrionico John Fareham, 54 anni
I conservatori inglesi hanno molte ambizioni per il voto dell’8 giugno, forse un po’ troppe, non ci si ricorda mai abbastanza quanto sia inopportuno dare per scontata una vittoria elettorale. Tra le tante speranze ce n’è una simbolica, un modo per chiudere con il passato in modo definitivo, e dire al mondo: il futuro inizia oggi. La chiamano la strategia “seppellisci il New Labour” (piace moltissimo ai Tory ma neppure il Labour di Jeremy Corbyn la disdegna, seguendo il proprio istinto d’autodistruzione) e si sviluppa in quel nord-est dell’Inghilterra che da sempre costituisce la terra d’elezione dei laburisti e in particolare della loro espressione magica degli anni Novanta. Seppellire il New Labour a casa di Tony Blair, questa è l’ambizione.
Il seggio dell’ex premier è Sedgefield, laburista da 86 anni, conquistato da Blair con un record di consensi, mantenuto per 24 anni, e considerato il punto di partenza, il posto in cui la favola era iniziata, la sintesi di quel messaggio andrà-tutto-bene che a lungo Blair avrebbe fatto risuonare in tutto il paese. Oggi è ancora un seggio laburista, il parlamentare Phil Wilson ha vinto due anni fa con il 47,2 per cento dei voti, ma dopo il referendum sulla Brexit tutto è cambiato, anche le roccaforti non sembrano più così sicure: nella contea di Dunham, dove si trova Sedgefield, ha vinto la Brexit, ed è per questo che i Tory sentono di potersi permettere il lusso anche di uno sfregio simbolico alla storia laburista. Nemmeno la Thatcher riuscì a espugnare queste circoscrizioni: nel 1983, quando la Lady di ferro conquistò il paese con la sua prima vittoria “landslide”, Blair ottenne a casa sua il 47,6 per cento. Ma oggi anche l’eredità thatcheriana sembra un arnese da mettere nell’armadio, è stato bello ma spostatevi tutti, arriva Theresa May.
Wilson in questi giorni ha preso le distanze dal suo leader Corbyn. Sta accadendo altrove, ma certo a Sedgefield la nuova leadership laburista fa più effetto. “Il tuo voto dell’8 giugno deciderà chi è il tuo parlamentare, non chi sarà il primo ministro”, ha scritto Wilson su Facebook, l’unica cosa che conta per me “sei tu”, se questo significa anche “opporsi a Corbyn lo farò”, “sono del Labour, c’è il mio nome sulla scheda elettorale, non quello di Corbyn”. La scelta di Wilson ha fatto infuriare i corbyniani che vivono nella paranoia di un imminente golpe blairiano che mai si concretizza, ma non è una sorpresa: Wilson votò contro la leadership di Corbyn dopo il referendum sulla Brexit, quando i laburisti moderati sperarono di riuscire a togliersi di mezzo Corbyn e la sua ambiguità antieuropea. Wilson ha anche già pagato questa sua distanza: l’anno scorso, all’evento che i sindacati dei minatori organizzano qui, al parlamentare laburista, figlio di un minatore, è stato per la prima volta impedito di salire sul palco. Gli applausi copiosi invece sono arrivati per Corbyn, invitato speciale.
La guerra civile del Labour diventa ogni giorno più sanguinosa, l’8 giugno si conteranno i danni e si faranno calcoli – chissà se giusti – sulle chance future, ma intanto ad approfittare della faida interna sono i conservatori. La candidata dei Tory a Sedgefield lavora in un negozio di videogame, si chiama Dehenna Davison ed è nata nel 1994, quando Blair divenne leader del Labour. La Davison si era già candidata nel 2015 a North Hull, ma era arrivata terza dietro al Labour e all’Ukip riuscendo però ad aumentare il consenso per i Tory. Ora che il mondo attorno è cambiato, pensa che sia arrivato il suo momento. Dice che il coraggio non le manca, lo coltiva da quando aveva tredici anni e suo padre fu ucciso in un pub da un unico pugno fatale. Al suo fianco c’è uno dei conservatori più noti della zona, l’istrionico John Fareham, che l’aiuta e la consiglia e l’abbraccia in ogni foto. Sono fidanzati, lui ha 57 anni, trentaquattro più di lei. Immaginate i pettegolezzi, ma lei preferisce parlare di come il Regno Unito diventerà tutto blu, perché l’unico partito che oggi ha qualcosa da dire è quello conservatore. A chi osa fare la domanda indiscreta, la risposta di Dehenna è sempre la stessa, forse esportabile altrove: “L’età è soltanto un numero”.