Al funerale di Barbara Bush foto e chiacchiere frivole, ma soprattutto una storia d'amore vista dalla prima fila
Nel lutto addolcito dalle ultime parole di Barbara i leader politici hanno smesso gli abiti da leader o aspiranti tali e hanno ascoltato il ricordo della signora e soprattutto il racconto di un matrimonio durato settantuno anni
Io e i miei fratelli abbiamo visto dalla prima fila la storia d’amore più bella di sempre, ha detto Jeb Bush al funerale di sua mamma Barbara, commosso e sorridente come molti dei presenti, personaggi pubblici, famosissimi, establishment americano quasi al completo. Nel lutto addolcito dalle ultime parole di Barbara – “so che andrò in un bel posto, mi dispiace solo lasciare papà” – questi leader politici, importanti e meno importanti, credibili e meno credibili, hanno smesso gli abiti da leader o aspiranti tali e hanno ascoltato il ricordo della signora Bush, moglie e madre di due presidenti degli Stati Uniti (è accaduto un’altra volta nella storia del paese con la signora Abigail Adams) e soprattutto il racconto di un matrimonio durato settantuno anni, sei figli, di cui una, Robin, morta di leucemia a tre anni. In prima fila tutti, per una volta, di fronte a uno spettacolo bello, la vita pubblica che diventa privata e si trasforma in lettere scritte (tantissime), in consigli dati, in un amore tenace, allegro, resistente. In quella prima fila si è anche chiacchierato: abbiamo visto tutti l’immagine di Barack Obama che parla con Melania Trump, le teste vicine, lei sorride senza il consueto sguardo sospettoso, sembra addirittura a suo agio: chissà che le ha detto, Obama, chissà se poi Michelle ha fatto qualche rimostranza – era seduta di fianco, molto tranquilla, ma c’era il precedente al funerale di Mandela con Obama che rideva divertito con l’allora premier danese, la biondissima Helle Thorning-Schmidt, e questo basta per fantasticare sull’ex presidente in versione frivola nelle occasioni luttuose. Abbiamo visto tutti anche la foto degli ex presidenti con le mogli, album di famiglia presidenziale, i sopravvissuti, le sopravvissute: c’è chi si è soffermato sulla democrazia fondata sulle dinastie, c’è chi ha ripetuto manca Trump, dov’è Trump, leggendo nell’assenza dell’attuale inquilino della Casa Bianca interpretazioni politiche di ogni specie (e di ogni follia).
Pettegolezzi e foto erano un contorno, il cuore ha sussultato per le scene da un matrimonio, la storia d’amore di casa Bush, George che tiene la mano a Barbara in ospedale, lui con la mascherina per respirare e i capelli arruffati (“papà aveva un aspetto orribile”, ha detto Jeb), lei che finalmente apre gli occhi, guarda il marito e dice: “Mio dio George, sei bellissimo!”, e i dottori e le infermiere sono usciti dalla stanza per non piangere davanti a loro.
Mentre la famiglia Bush si riuniva per salutare Barbara e raccontare l’amore visto dalla prima fila, sui giornali uscivano alcuni articoli sulla tenuta dei matrimoni – coincidenza casuale, forse è solo l’attesa eccitata del prossimo matrimonio reale britannico, Harry e Megan (e ieri è nato il terzo figlio di William e Kate, che allontana Harry dalla linea del trono di un altro gradino), forse è soltanto la primavera. Secondo una ricerca della Marriage Foundation inglese, se superano i vent’anni assieme, i mariti e le mogli smettono di litigare e di disprezzarsi, l’armonia tende all’infinito: che il tempo logori l’amore è “uno stereotipo falso”, è molto più forte e illuminante e vera la cosiddetta “resilienza maritale”. Sul Sunday Times Gwyneth Paltrow, madrina del “conscious uncoupling”, interroga la consulente matrimoniale Esther Perel su come si fanno durare i matrimoni (intanto parla un po’ anche delle proprie frustrazioni e mancanze); due consigli su tutti: “Ridi, provoca, flirta” e impegnati, “la responsabilità è libertà”. Secondo la teoria Bush però tanto esercizio forse è anche sintomo di qualcosa che non va: l’impegno serve, ma l’amore non si impara studiando. Durante la Seconda guerra mondiale, l’aereo di Bush sr fu colpito mentre sorvolava il Pacifico: due suoi compagni morirono. “Lei si deve essere salvato per una ragione, so che ci deve essere una ragione”, ha chiesto il biografo Jon Meacham alla coppia Bush, l’estate scorsa. George è stato un attimo zitto, poi ha alzato la mano sinistra, ha indicato Barbara, e rivolta a lei, con la voce roca, ha detto: “Tu”, ha detto tu, tu sei la ragione”.