Protesta davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti contro la nomina a presidente di Brett Kavanaugh (foto LaPresse)

I democratici americani si sentono degli stracci bagnati (non solo loro)

Paola Peduzzi

La sinistra americana è troppo poco "cattiva"? Lo scontro tra passione e disciplina

Alla vigilia del voto della commissione del Senato americano che ha confermato la nomina del giudice Brett Kavanaugh alla Corte Suprema, Donald Trump ha tenuto un comizio elettorale in Minnesota. Era il terzo appuntamento elettorale della settimana: nei primi due, il presidente aveva difeso il suo giudice, quella brava persona, e deriso la professoressa accusatrice; nell’ultimo ha gettato i democratici nella disperazione, ridendo. Si è messo a parlare di Al Franken, che del Minnesota è stato senatore, e che si è dimesso dopo esser stato accusato di molestie sessuali. “E’ stato bizzarro – ha detto Trump – Ragazzi, Franken si è ripiegato come uno straccio bagnato, eh? Ragazzi, ragazzi. Se n’è andato così in fretta. Ha fatto qualcosa, e oh oh, subito mi dimetto, me ne vado”.

   

Stracci bagnati. I democratici si sono sentiti citati uno per uno, proprio mentre perdevano la battaglia su Kavanaugh: siamo nel giusto o siamo, come dice Trump, delle pappemolli? John Harris, editor in chief di Politico e autore di un recente saggio su Bill Clinton, ha preso la questione di petto – manca un mese alle elezioni di midterm, quelle che dovrebbero raddrizzare il corso sciagurato del trumpismo – e si è messo a spiegare l’ansia dei democratici, che perdono le battaglie di potere “perché i repubblicani sono semplicemente più duri, più cattivi, più cinici e più spietati di loro”. C’è un conflitto tra due visioni (non soltanto in America, combattiamo tutti): una è la cosiddetta Dottrina Michelle, “when they go low, we go high”, lasciamoli essere brutti e cattivi, noi sappiamo volare in alto, e vincere in alto; l’altra è stata declinata da Michael Avenatti, l’avvocato di Stormy Daniels che in questi giorni è visto con un certo sospetto dai democratici perché le sue accuse “definitive” a Kavanaugh hanno contribuito soltanto ad annacquare quelle circostanziate e precise della prof. Ford. “When they go low, we hit harder”, dice Avenatti, se loro vanno in basso noi meniamo fortissimo, vediamo chi vince.

     

Ecco, al momento vincono loro, e così ora i democratici hanno la sensazione che Trump abbia ragione: siamo il partito degli stracci bagnati. Harris ha chiacchierato con molti democratici, c’è chi sostiene che nessuno dei loro senatori, a parti invertite, avrebbe confermato un giudice come Kavanaugh alla Corte Suprema: i repubblicani sono brutali, ma noi siamo nel giusto, abbiamo dei principi. Rahm Emanuel, ora sindaco di Chicago (ha detto che non si candiderà più, quindi da ultimo parla molto) e da sempre considerato uno dei mastini del Partito democratico, diretto, feroce, cinico, dice che ancora oggi i suoi colleghi pensano che l’opinione pubblica si formi leggendo gli editoriali sui giornali, e che in questa illusione perdono di vista qual è la cattiveria virtuosa: cattivi non nello scontro, ma cattivi nell’ottenere i risultati.

  

La fa facile, Emanuel, sospirano molti: ora i democratici pensano di giocare con regole che sistematicamente i repubblicani, trumpiani o no, cambiano, e non c’è modo di chiamare l’arbitro. Cosa si fa allora? Si crede nella resistenza dei nuovi leader democratici emersi alle primarie, si studiano ossessivamente i sondaggi, tormentandosi soprattutto con il voto delle donne che, straordinariamente mobilitate, anche questa volta sarà decisivo (lo era anche con Hillary nel 2016), si rituittano gioiosi le dichiarazioni della popstar Taylor Swift, una volta idolo dei repubblicani (e dei suprematisti) che oggi dice di voler votare per i democratici.

 

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I’m writing this post about the upcoming midterm elections on November 6th, in which I’ll be voting in the state of Tennessee. In the past I’ve been reluctant to publicly voice my political opinions, but due to several events in my life and in the world in the past two years, I feel very differently about that now. I always have and always will cast my vote based on which candidate will protect and fight for the human rights I believe we all deserve in this country. I believe in the fight for LGBTQ rights, and that any form of discrimination based on sexual orientation or gender is WRONG. I believe that the systemic racism we still see in this country towards people of color is terrifying, sickening and prevalent. I cannot vote for someone who will not be willing to fight for dignity for ALL Americans, no matter their skin color, gender or who they love. Running for Senate in the state of Tennessee is a woman named Marsha Blackburn. As much as I have in the past and would like to continue voting for women in office, I cannot support Marsha Blackburn. Her voting record in Congress appalls and terrifies me. She voted against equal pay for women. She voted against the Reauthorization of the Violence Against Women Act, which attempts to protect women from domestic violence, stalking, and date rape. She believes businesses have a right to refuse service to gay couples. She also believes they should not have the right to marry. These are not MY Tennessee values. I will be voting for Phil Bredesen for Senate and Jim Cooper for House of Representatives. Please, please educate yourself on the candidates running in your state and vote based on who most closely represents your values. For a lot of us, we may never find a candidate or party with whom we agree 100% on every issue, but we have to vote anyway. So many intelligent, thoughtful, self-possessed people have turned 18 in the past two years and now have the right and privilege to make their vote count. But first you need to register, which is quick and easy to do. October 9th is the LAST DAY to register to vote in the state of TN. Go to vote.org and you can find all the info. Happy Voting!

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Essere nel giusto e sentirsi degli stracci bagnati, tra le risate del popolo trumpiano: fa molto male, scrive Harris, rischia di fare malissimo il giorno dopo le midterm. Come ci si cura, o ci si prepara? Nessuno ha una soluzione, volando alto o menando più forte per ora non è passata la paura. Perché forse la risposta non sta nel cosa fare, ma nel come si è. Bill Clinton diceva: “I democratici vogliono fall in love, i repubblicani vogliono fall in line”, la sinistra vuole innamorarsi, la destra vuole mettersi in riga. E la disciplina vince sulla passione, non da oggi.

  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi