Nella Giornata della memoria, la commemorazione ad Auschwitz ci ricorda che la storia dopo la sconfitta dei nazisti è stata lasciata, in Polonia e nell’est europeo, ai sovietici. Un’analisi
Grazie alla commemorazione annuale all’ex campo di concentramento nazista di Auschwitz, e anche alla recente incursione di Vladimir Putin nella storia polacca, il termine “liberazione” è di nuovo da tutte le parti. Ed è bene che si rifletta su quel che è accaduto in Polonia, sia nel 1939 sia nel 1944-45, in modo che ognuno possa trarre le proprie conclusioni. Nel settembre del 1939, l’invasione della Polonia da parte della Germania fu seguita dall’invasione della Polonia da parte dell’Unione sovietica: i due paesi si spartirono il paese secondo una clausola segreta del Patto nazi-sovietico. I sovietici si descrissero come “liberatori” dei bielorussi e degli ucraini che abitavano le regioni a est dello stato polacco distrutto. Probabilmente tutti gli invasori e gli occupanti si descrivono sempre in questi termini. Due anni dopo, invadendo l’Unione sovietica, i tedeschi avrebbero detto di volerla “liberare” dal bolscevismo. Così la “liberazione” può diventare una materia molto incerta.
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