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Lombardia e 14 province in quarantena. Ecco il nuovo decreto

Il nuovo provvedimento del governo allarga la zona rossa a tutta la Lombardia e ad altre 14 province fino al 3 aprile. Il sistema sanitario del nord è in difficoltà 

Nella notte, nella sala stampa di Palazzo Chigi,  Giuseppe Conte spiega ai giornalisti i dettagli del nuovo decreto approvato d'urgenza per gestire l'emergenza del coronavirus. Mezza Italia isolata, una misura di quarantena che riguarda all'incirca 16 milioni di persone e valida fino al 3 aprile. Il caos inizia prima ancora, quando verso le 20,30 il Corriere anticipa le bozze del decreto. Nel giro di poche ore le stazioni dei treni in Lombardia sono prese d'assalto da centinaia di persone che tentano di andare al sud prima che l'isolamento sia messo in atto. Il Foglio, come altre poche eccezioni, decide di attendere prima di comunicare le notizie sul decreto, aspettandone l'ufficializzazione. 

 

Ed ecco qui cosa prevede il provvedimento: il governo crea, come c'era da aspettarsi, nuove zone rosse in Lombardia e in altre 14 province (Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Asti, Alessandria, Verbano Cusio Ossola, Novara e Vercelli). Le misure costrittive imposte invece finora nel basso lodigiano e a Vò euganeo sono invece rimosse. I movimenti nelle aree in quarantena sono vietati, "salvo che per quelli motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di emergenza". Entrare e uscire da queste zone è interdetto.

 

La decisione arriva dopo una riunione estenuante, in cui a convincere il presidente del Consiglio Giuseppe Conte non sono stati i dati, comunque allarmanti, esposti ieri dalla Protezione civile (5.061 infetti registrati, più 1.145 rispetto a due giorni fa. I morti sono stati 233, 36 in più). invece, a preoccupare il governo è stata ancora una volta la situazione negli ospedali lombardi, che stanno lentamente arrivando a una situazione critica. Carenza di personale medico e infermieristico, sale di terapia intensiva vicine al collasso. E' la tenuta del sistema ospedaliero della Lombardia a rendere urgente il provvedimento, senza precedenti. Lo scopo, ripete Conte, è quello di evitare che il contagio cresca al punto da portare al collasso le sale di rianimazione degli ospedali. Ieri, il Coordinamento delle terapie intensive della Lombardia aveva scritto un rapporto allarmato, inviato al presidente della Regione, Attilio Fontana: "In assenza di tempestive misure saremo costretti ad affrontare un evento che potremo solo qualificare come una disastrosa calamità sanitaria". “Può rendersi necessario porre un limite di età all’ingresso in terapia intensiva. Non si tratta di compiere scelte meramente di valore, ma di riservare risorse che potrebbero essere scarsissime a chi ha in primis più probabilità di sopravvivenza e secondariamente a chi può avere più anni di vita salvata, in un’ottica di massimizzazione dei benefici per il maggior numero di persone”, si legge nel rapporto.

 

Nonostante gli allarmi delle autorità, a preoccupare c'è anche il comportamento di alcuni cittadini, a Milano e non solo, dove la vita è proseguita come niente fosse. Inascoltati gli appelli di ieri rivolti dal capo della Protezione civile, Angelo Borrelli: "Vinciamo questa guerra se i nostri concittadini adottano comportamenti responsabili, modificando temporaneamente i nostri stili di vita". Nulla. I Navigli di Milano affollati, le strade piene di cittadini a passeggio, scarsa attenzione da parte dei commercianti ad applicare davvero le misure preventive diffuse dal governo, come la regola del metro di distanza. Ora l'esecutivo decide di imporre una stretta e prevede "specifiche sanzioni in caso di mancato rispetto". Bar e ristoranti aperti, sì, ma solo se riusciranno a garantire la distanza di un metro. Il campionato di calcio prosegue a porte chiuse. L'obiettivo è eliminare bravate da irresponsabili come quelle di una coppia di anziani di Codogno, che ieri sera ha violato il blocco e si è diretta in Trentino per le vacanze. I due si sono sentiti male e, una volta all'ospedale di Trento, sono risultati positivi al Covid-19.

 

Per evitare lo scenario peggiore, con il decreto di stanotte il governo allarga le misure restrittive anche al resto d'Italia: "Sono sospese le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri". Gli spostamenti sono autorizzati solo se indispensabili. "Sospesi i congressi, le riunioni, i meeting e gli eventi sociali in cui è coinvolto personale sanitario o personale incaricato dello svolgimento di servizi pubblici essenziali o di pubblica utilità". Ancora, "sono sospese le manifestazioni, gli eventi e gli spettacoli di qualsiasi natura, ivi inclusi quelli cinematografici e teatrali, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato, che comportano affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro".

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