Se si parla di immigrazione in Sicilia il nome di Giorgio La Pira salta fuori quasi in automatico. Come se il “figlio della nostra terra”, il “politico-santo” da Pozzallo fosse l’unico capace di riportare, ancora oggi, un po’ di pace sull’isola. Lo citano tutti: i sindaci e i rappresentanti delle istituzioni di ogni ordine e grado, dalla costa all’entroterra. E anche i prelati, naturalmente. La Pira salta fuori per ribadire che la vera immagine della Sicilia è quella di una terra d’accoglienza, terra benedetta, terra cristiana nata per congiungere, non per slegare. Talvolta, c’è chi lo menziona solo per schermirsi, come a dire “razzista io? Io vengo dalla terra di La Pira!”. Tant’è, ma alla fine se si guarda a cosa accade nelle piazze siciliane nelle ultime settimane, nei comizi convocati in vista delle elezioni, parrebbe quasi che il “politico-venerabile” non abbia mai messo nemmeno un piede sull’isola.
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