Raggi come Marino, promuove i vigili in bicicletta
Anche se il Tevere non è il lungomare di Miami ora la Capitale avrà i suoi poliziotti ciclisti
Certo le sponde del Tevere non sono il lungomare di Miami, né tra gli uomini della Polizia locale abbondano (almeno in attesa del nuovo concorso con prove fisiche annesse) i fisicacci scultorei dei “Baywatch in bicicletta” di Pacif blue, dove - tra una sgommata e un bacio - il ciclista poliziotto diventava l’apoteosi dell’uomo d’azione, ma da oggi anche Roma, come nella Santa Monica immaginaria di quella serie tv americana degli anni 90, arriveranno pedalando gli agenti su due ruote.
“Questi sono i primi a ricevere il diploma per l’utilizzo della bicicletta durante il servizio: hanno fatto giornate di corso intense e adesso cominceranno a girare sul Tevere. Il gruppo Tiber comincia a vedere la luce e ci aiuterà a tenere sotto controllo le nostre rive perché vogliamo valorizzare il fiume”, ha spiegato questa mattina Virginia Raggi partecipando alla consegna dei diplomi ai vigili che hanno frequentato il corso pratico e teorico dell’Accademia italiana pattuglie in bicicletta. Tre aziende, infatti, hanno donato e quindi dotato la Capitale di 21 bicilette con pedalata assistita pensate proprio per le forze dell’ordine. Quindici agenti del reparto tutela fluviale (che si occupa del controllo di Tevere, Aniene e Almone) hanno frequentato il corso. Solo in cinque però hanno superato i test pratici. Saranno loro i primi agenti dell’unità Tiber, ma in futuro – lo dice una mozione approvata dai 5 stelle capitolini – si punta addirittura a 50 unità.
Nell’immaginario romano, si sa, la bicicletta è un mezzo che vive sempre ambiguamente tra orgoglio e derisione. Orgoglioso sicuramente era Ignazio Marino quando sorridente saliva in bici in Campidoglio con l’arrancante scorta di vigili che lo seguiva pedalando e sbuffando dal naso e dalla bocca. Allora non mancavano le ironie (e anche le polemiche). Molto orgogliosi questa mattina erano anche Stefano Napoli, attuale comandante generale della polizia locale di Roma Capitale e, soprattutto, Romolo Bonarota, responsabile del reparto tutela fluviale che per primo ha spinto per realizzare un’unità di agenti ciclisti. Il corso è stato organizzato da Mauro Di Gregorio, agente della polizia locale di Alessandria e appassionato di ciclismo urbano. L’accademia Italiana pattuglie in bicicletta nasce dal capitolo finale della sua tesi di master in Sicurezza pubblica: “Abbiamo stabilito uno standard di formazione teorico e pratico condiviso con altri 25 insegnanti in tutta Europa”, spiega. “La bicicletta nelle mani di un agente formato non è solo un mezzo di locomozione, ma anche un’arma di difesa: può essere usata come transenna, scudo e, in formazione, anche come barriera prottegendo persino dai lanci di sampientri”. Anche qui il fascino della fantasia fa un po’ a cazzotti con il sorriso suscitato dalle biciclette alzate a mo’ di barricata. Ma come ricorda Di Gregorio, in realtà, siamo di fronte a una cosa tanto eccentrica quanto antica: “Il primo documento che illustra le tecniche per l’utilizzo della bicicletta negli interventi di ordine pubblico è del 1903, d’altronde - ammette il vigile ciclista - allora era anche un mezzo centrale per gli spostamenti”.