A Roma la campagna elettorale gira anche attorno alla demolizione delle ville dei Casamonica
Virginia Raggi e Monica Lozzi cercano di prendersi il merito dell'abbattimento di questa mattina. La legalità nella Capitale è un'arma di consenso. Il corteggiamento incrociato a Federica Angeli
Una nuova demolizione, una nuova lite. A Roma le ville abbattute dei Casamonica sono spoglie preziosissime, la legalità una micidiale arma del consenso.
Questa mattina, alle prime luci dell’alba, circa cento uomini di polizia, carabinieri e polizia locale hanno fatto irruzione in un complesso di 4mila metri quadri in via Fratelli Marchetti Longhi 10, zona Romanina, per abbattere, ruspa gialla al seguito, otto costruzioni nascoste da un grande cancello, tra casa padronale, piscina, casette abusive e capannoni, tutti riconducibili alla famiglia Casamonica. Con le forze dell’ordine, rigorosamente #atestaalta, c’era anche Virginia Raggi. “Continua la nostra battaglia per riportare la legalità. Dopo le villette del Quadraro, stiamo abbattendo altri immobili abusivi del clan Casamonica. Grazie a Carabinieri, Polizia di Stato e Polizia Locale. Istituzioni unite vincono”, ha cinguettato la sindaca al termine dell’operazione, allegando l’hastag orami rodato per i colpi giudiziari e amministrativi a Casamonica e Spada.
Ma proprio com’era successo quasi due anni fa, nel novembre 2018 quando furono abbattute altre due ville abusive al Quadraro, subito, a guastare la festa, a fermare la fierezza antimafia, anticriminali, antiprepotenti della Raggi, è intervenuta Monica Lozzi. Da casa, ancora convalescente causa Covid, la presidente del Municipio VII, ex grillina ed oggi candidata sindaca di Rivoluzione civile, prima ancora che la sindaca potesse dire qualcosa ha chiarito i termini della questione. "A due anni dalla demolizione delle 8 ville dei Casamonica, oggi è in corso una nuova operazione di ripristino della legalità sempre da parte del Municipio VII. Questa attività ha visto il Municipio protagonista dal punto di vista economico, tecnico ed amministrativo”. L’abbattimento, insomma, - dice Lozzi – è roba nostra. E in effetti, tutto parte dal lavoro dell’osservatorio territoriale della sicurezza del VII Municipio, un ufficio diretto e coordinato da un dirigente della Prefettura di Roma.
Il video dell'irruzione nelle abitazioni dei Casamonica
Due anni fa lo scontro tra le due donne era stato clamoroso e diretto. Lozzi era ancora un’esponente del M5s e la critica fu netta: “La comunicazione del Campidoglio si appropria del nostro lavoro”. Questa volta la gara ad accaparrarsi in meriti è meno gridata, ma assolutamente a tutto campo. Per tutta la mattina la presidente del VII municipio continua a inviare sul posto i suoi assessori per fare dirette alle quali partecipa in videochiamata dalla quarantena nel suo appartamento, a rivendicare la centralità del municipio nell’operazione, a proporre idee per il futuro del luogo. “Facciamoci un’isola ecologica”. Ma Virginia Raggi ha fatto passare la linea. Sono passate poche ore, ma l’informazione che arriva è che le villette abbatute sono opera sua. Contribuiscono le dichiarazioni di molti esponenti del M5s. “Per anni in tanti hanno fatto finta di non vedere il malaffare che corrodeva la nostra Capitale,Virginia Raggi ha iniziato a lottare contro questo degrado dal primo giorno come sindaca di Roma”, ha scritto subito Vito Crimi. Poi, Danilo Toninelli: "A Roma torna la legalità. Gli ultimi cinque anni a Roma sono stati probabilmente i più importanti sul fronte della lotta alla criminalità e della tutela dei cittadini onesti. È una battaglia che ha visto la nostra, Virginia Raggi, sempre in primissima linea". Seguono Buffagni, Maiorino, Silvestri etc. Tutti a confermare la narrazione che tanto piace al Campidoglio grillino: la sindaca piccola, tenace ed onesta, risoluta e con l’elmetto in testa contro i corrotti della politica e dell’amministrazione, contro i criminali e contro la mafia.
A guardare gli ultimi interventi social della prima cittadina si capisce quanto importante sia la legalità per la sua campagna elettorale e quanto, in fondo, a Roma più che altrove, il tema sia centrale per tutti gli schieramenti che aspirano a palazzo Senatorio. Ai soliti rattoppi stradali, ultimamente, sui feed di Twitter e Facebook della sindaca si aggiungono sempre più spesso post su criminalità e malaffare. Uno degli ultimi video la vede fuori dal Tribunale di Roma accanto a Federica Angeli, la giornalista di Repubblica che denunciò i crimini del clan Spada e che adesso Raggi vorrebbe come delegata alla Legalità. La Angeli, a dire il vero, la vogliono un po’ tutti. Anche Calenda l’ha inserita in una rosa per la sua squadra ideale. D’altronde nella Capitale realtà e racconto si mischiano formando un immaginario evocativo potentissimo. Romanzo criminale, Suburra, il funerale di Vittorio Casamonica, la testata di Roberto Spada. Fatti e narrazioni che si combinano, che coinvolgono e indignano e che la politica può, anche legittimamente, usare. Persino Nicola Zingaretti finì a litigarsi con l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini il primo colpo di ruspa a una villa (ovviamente sequestrata ai Casamonica) dove sarebbe sorto un parco. Non è un caso che il candidato del centrodestra per una settimana, l’uomo che Salvini avrebbe voluto per la corsa al Campidoglio, Massimo Giletti, quest’anno avesse spessissimo in trasmissione Alfonso Sabella, il “Cacciatore di mafiosi”, l’assessore alla Legalità voluto da Ignazio Marino dopo la presunta Mafia Capitale. Come a rendere credibile la sua ipotetica candidatura sono state le puntate dedicate ai Casamonica e al malaffare capitolino. Con tanto d’intervista in diretta a Salvatore Buzzi. Ovviamente Giletti per Roma, anche da non candidato, il suo programma lo aveva già sintetizzato “Userei la ruspa”. “Già fatto Massimo”, potrebbero replicarli in troppi.