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L'ultima chiacchierata di Proietti con Il Foglio: "L'ultimo Dpcm? Qui i problemi so' altri"

"Tranquilli, non ho il Covid". Quattro giorni fa la telefonata al maestro e l'accordo per un'intervista che non si farà mai

Simone Canettieri

L'attore e regista romano era da giorni ricoverato in una clinica. Ma assicurava sul coronavirus: "Quello no, non ce l'ho, mi riguardo"

"Maestro, dobbiamo preoccuparci? Ha il Covid? Sono da dodici giorni che non si collega su WhatsApp. Sta bene?". Una risata. Poi Gigi Proietti si era fatto subito serio: "No, non ho il coronavirus, ci sto attento..". Mercoledì scorso il Foglio aveva cercato Gigi Proietti. Serviva una voce forte, unica e autorevole sul Dpcm che aveva chiuso i teatri e i cinema, i suoi teatri e i suoi cinema. E chi meglio di lui?

  

 

Dopo due giorni di tentativi a vuoto, con il telefono che squillava senza risposta e la chat di Proietti che non si connetteva con il mondo dal 16 ottobre, alla fine aveva risposto al cellulare.

 

Era già ricoverato alla clinica Santa Margherita di Roma (ma il Foglio non era a conoscenza di questa informazione), dove questa notte è morto a 80 anni. Ma in uno slancio di dissimulazione, da grande attore ma anche da supremo custode della sua privacy, aveva preferito quasi far finta di nulla. Cortese, anche in un momento delicato. "Volete chiedermi dei teatri e dei dpcm, eh lo so. Ma qui i problemi so' altri", era stata la risposta del Gigi nazionale. Una battuta forse riferita ai problemi del paese alle prese con il virus, ma anche e soprattutto alla sua salute. Un colpo di genio. Tra finzione e realtà. Come tutta la sua vita.

 

"Va bene per l'intervista - aveva poi concluso - sentiamoci domani". In mattinata? "No, in giornata". Il giorno dopo un'altra telefonata, senza risposta. Fino alla notizia che ha sconvolto Roma e tutti gli italiani. Che da oggi sono più soli.

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