Il giorno dopo lo sgombero, nessuno crede al tavolo promesso dalla Raggi per risolvere la questione. E con il nuovo regolamento del Campidoglio sui beni indisponibili, sono decine le realtà cittadine che rischiano di chiudere
Con la schiena in avanti, le mani che fermano il giornale adagiato sulla panchina di marmo di piazza dell’Immacolata, “la piazzetta” di San Lorenzo, Angela, 28 anni, legge sconsolata la cronaca dello sgombero del Cinema Palazzo. Ieri tra i tremila che hanno sfilato in corteo per le vie del quartiere per protestare contro la decisione della Prefettura, c’era anche lei, da alcuni anni residente qui e da tempo dirigente e giocatrice della squadra di calcetto della polisportiva San Lorenzo, una realtà popolare da sempre vicina al Cinema Palazzo. Il giorno dopo lo sgombero dice di essere più “triste e delusa” che “arrabbiata”. “Lì dentro – spiega – si facevano tante cose, era un luogo bellissimo, di aggregazione: il quartiere ha perso un pezzo importante e non è giusto”.
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