Mascherine e nasi all’insù. “Sora Menica, sora Menica…”. Fisarmonica, tamburello, flauto e voce, l’inedito bus turistico a due piani lascia piazza dei Cinquecento, si lascia alle spalle la stazione Termini e, dopo aver superato la rotonda di piazza della Repubblica, lentamente, comincia a scendere via Nazionale tra gli sguardi divertiti e curiosi dei passanti che ascoltano il vecchio canto popolare che racconta le schermaglie tra le ragazze trasteverine e quelle del rione Monti che Gabriella Ferri rese famoso in tutto Italia. Poi Rino Gaetano, “Berta Filava”, Califano, “Gente di borgata”, ma anche stornelli augurali romaneschi e canti dei carciofolari che nel Natale ottocentesco riempivano di musica i quartieri popolari della Capitale.
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