Effetto "caligo" su Genova, la città avvolta dalla nebbia arrivata dal mare

Circondati la Lanterna e il Matitone, simboli del capoluogo ligure

Enrico Cicchetti

Gianni Brera diceva che a Genova non si poteva fare calcio per colpa della "macaia". Una sorta di mare di nuvole, che rende il panorama surreale. Un fenomeno tipico della Liguria, che ha inventato questo nome storpiandolo non si sa da dove – c'è chi dice dal greco (malakia, languore) o forse dal latino (malacia, bonaccia) oppure dall'inglese (muggy air). Il nome tecnico è "nebbia da avvezione": è una particolare condizione meteorologica che si verifica quando spira il vento di scirocco, il cielo è coperto e l'umidità elevata va a sbattere contro l’Appennino. Il termine ha assunto nel tempo anche un significato metaforico, indicando un particolare stato d’animo melanconico e cupo. "Macaia, scimmia di luce e di follia, foschia, pesci, Africa, sonno, nausea, fantasia", canta Paolo Conte, che l'ha resa celebre anche fuori da Genova.

 

   

Quella che questa notte ha circondato la Lanterna e il Matitone, e trasformato la Liguria in San Francisco, è un fenomeno molto simile. Una nebbia improvvisa, anche lei salita dal mare, che ha avvolto la zona costiera da Genova a La Spezia. In dialetto si chiama “caligo”. È  una nebbia che si forma improvvisamente, data dalla forte differenza di temperatura tra l'acqua del mare – fredda, com'è normale che sia in pieno inverno – e quella dell'aria quando giunge il flusso dell’anticiclone africano. L’acqua marina al contatto con l’aria mite in scorrimento sopra la superficie evapora e poi condensa rapidamente formando minuscole goccioline di vapore che, se la temperatura dell’aria lo consente, si tramutano in nebbia che vien spinta fin sulle coste dalle brezze marine.

   

    

Questo fenomeno si verifica soprattutto in primavera, quando sopra a un mare ancora freddo scorrono le prime masse d’aria calda in risalita da sud, figlie di una rimonta dell’alta pressione africana. Oggi il caligo non gode più della triste fama di una volta, perché tutte le barche hanno ormai una bussola a bordo. Un tempo, quando questo muro di nebbia fitta poteva far perdere l’orientamento – specie ai sottili e bassi gozzi –, era provvidenziale l’intervento delle campane, suonate da quei campanili sproporzionatamente alti della Liguria – per aiutare pescatori a ritrovare la direzione di casa.

   

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  • Enrico Cicchetti
  • Nato nelle terre di Virgilio in un afoso settembre del 1987, cerca refrigerio in quelle di Enea. Al Foglio dal 2016. Su Twitter è @e_cicchetti