Giornata nazionale per le vittime del Covid
Il dovere di prenotare il futuro. Insieme
La memoria non è reale se non è condivisa. Un valore che oltrepassa i confini del tempo e dello spazio, da cui ripartire, declinando un’offerta governativa secondo principi e azioni di verità e concretezza. Un imperativo morale prima che politico
Al direttore - Un punto di arrivo perché il valore della memoria oltrepassa i confini del tempo e dello spazio, dà valore al sacrificio di molti, permea la coscienza collettiva e cristallizza immagini anche dolorose come quella dei camion militari con i feretri che attraversavano una Bergamo terrorizzata, silenziosa e sconvolta: in quell’istantanea c’è la forza simbolica di una pandemia straziante e spaventosa. Una Giornata che verrà per questo celebrata non solo attraverso un formale minuto di silenzio in cui l’Italia intera si fermerà ma attraverso attività nelle scuole, in ogni Comune del Paese, con programmi Rai dedicati e soprattutto la possibilità di donare una o più ore di lavoro alla ricerca scientifica: proprio la scienza, che plasma e muove il futuro, deve essere il faro che guida la scelte politiche e operative per contrastare un nemico invisibile che ha aggredito certezze, abitudini, sacrifici.
Un punto di condivisione perché solo insieme come Istituzioni e come Paese, solo uniti come partiti politici e cittadini si potrà uscire da questa “guerra” che ha provato la resistenza e la resilienza di tutti noi. Si dice che “la felicità non è reale se non è condivisa”. Vado oltre, la memoria non è reale se non è condivisa: la perdita dei nostri cari si colma attraverso il ricordo, il ricordo trova respiro vitale nella comunità di intenti, di valori, di azioni. Si superi la logica della parcellizzazione delle idee, delle bandierine partitiche perché dobbiamo arginare la paura e la rabbia che questa pandemia alimenta nel Paese a discapito delle Istituzioni e di chi è ha la responsabilità di prendere decisioni difficili, talvolta impopolari, quasi sempre coraggiose. Dobbiamo quindi condividere non solo il dolore, non solo il valore della memoria, ma le idee che senza scomodare Platone sono l’essenza e la materia dell’agire politico e sociale. Declinare quindi un’offerta governativa secondo principi e azioni di verità e concretezza è un dovere morale prima che politico. E qui arrivo al motivo per cui questa Giornata rappresenta anche un punto di partenza: lo spirito che sta guidando l’azione del governo antepone la salute del Paese a logiche particolari, stravolgendo il modo di interpretare e realizzare il benessere e le aspettative degli italiani.
Una partenza che si declina nel piano Vaccini messo a punto in tempi rapidi e già operativo con la perfetta sintonia tra operatori medici e sanitari, Forze Armate, volontari fino alla politica. Churchill in tempi di guerra amava ripetere una frase che faccio mia in questa riflessione a cuore aperto: “Colui che non riesce a pianificare sta progettando il fallimento”. Ecco, il fallimento non è più concesso, il beneficio del dubbio non può essere più richiesto, la pazienza neanche contemplata. È il momento di agire e bene. Presto e con fermezza. È il momento di prendere per mano gli italiani e portarli in salvo con tutti i mezzi possibili e immaginabili, come nel “miracolo di Dunkerque”. Combattiamo per costruire, sdoganiamo le paure per tornare a sperare: la libertà, valore imprescindibile dell’esistenza umana e anestetizzata in quest’ultimo anno, deve essere riconquistata con il nostro duro lavoro. Abbiamo la responsabilità di portare il Paese in salvo da un virus che ha tolto agli italiani la speranza di credere nel domani, la voglia di aggredire il presente. Per questo oggi, nel ricordo delle vittime, abbiamo un dovere: prenotare il futuro. Insieme.
Giorgio Mulè, sottosegretario al ministero della Difesa, deputato di Forza Italia
C’è una frase molto bella contenuta nel discorso fatto ieri da Mario Draghi a Bergamo: “Il rispetto che dobbiamo a chi ci ha lasciati deve darci la forza per ricostruire il mondo che essi sognavano per i propri figli e nipoti”. E per farlo oggi c’è solo un modo: farsi trovare pronti quando finalmente si ripartirà per mettere le migliori energie del nostro paese al servizio della costruzione del futuro. Ottimismo, coraggio, fiducia e figli. La memoria di ciò che è stato questo anno passa prima di tutto da qui.