A Roma i tombini si riparano con Paint
Foglie secche fatte sparire con un ritocco fotografico. Così il consigliere capitolino Paolo Ferrara risponde alla segnalazione di un cittadino su Twitter
Per liberare un tombino dalle foglie secche può bastare un pennarello. Avete capito bene, un pennarello. E neppure uno reale utilizzato in maniera improbabile a mo’ di piccolo rastrello, ma un pennarello digitale. Inconsistente, ma provvidenziale per ridisegnare delle fessure pulitissime. L’idea geniale l’ha avuta, e chissà, forse attende di brevettarla, Paolo Ferrara, consigliere capitolino M5s ed ex capogruppo in Assemblea capitolina. L’uomo – è bene premetterlo – quando si parla di Ostia e dintorni è incontenibile: marciapiedi, strade, piste ciclabili, tombini. Ogni giorno ricorda cantieri e manutenzioni che l’amministrazione capitolina ha avviato per il suo litorale. E così quando questa mattina un cittadino ha postato taggandolo una foto di un tombino otturato da foglie secche ed erbacce, Ferrara è entrato in uno stato d’ansia. Urgeva risolvere in fretta. Che fare? Chiamare l’ufficio manutenzioni? Sentire immediatamente il gabinetto della sindaca Raggi?
All’improvviso, l’idea geniale. Ferrara si ricorda. Apre Paint. A sinistra sulla barra degli strumenti eccolo lì il simbolo del pennarello. Zac, zac, zac. Sei belle strisce nere sulle foglie avvizzite ed eccolo lì, in meno di cinque minuti, il tombino è tornato come nuovo. Che amministrazione! Su Twitter posta l’opera d’ingegno e manutenzione ed esulta: “Dovete aspettare la fine dei lavori, non siamo mica ai tempi di Alemanno o Marino”.
Aveva però sopravvalutato la soluzione. Passa qualche minuto e diversi utenti fanno notare che ci sono una serie di cose che non vanno. “Ma quello è Paint”. Ferrara abbozza una difesa, poi, batte in ritirata. Tweet cancellato. Intanto qualcuno ironizza e sulla stessa foto del tombino e con quello stesso pennarello traccia maiuscole e quadrate 5 lettere “SCEMO”.