La gaffe sul Colosseo è un altro scivolone della "Bestia" della Raggi
La sindaca ha una struttura di una ventina di persone che ne curano la comunicazione. Possibile che nessuno si sia accorto dell'errore sulla Ryder cup?
La gaffe è clamorosa. Fessa, ma indimenticabile. Di quelle che rimangono impresse e fanno sfregare le mani per la gioia alle opposizioni. D’altronde se il sindaco di Roma per promuovere un importante evento sportivo in città – la Ryder cup 2023 che si svolgerà in realtà al Marco Simone Golf and Country Club di Guidonia – posta un video promozionale mettendo al posto del Colosseo l’arena di Nimes, in Francia, i giornali come possono fare finta di nulla? E così la propaganda si fa boomerang e diventa arma formidabile per gli avversari politici per tratteggiare una sindaca incapace, dopo cinque anni non ancora in grado di distinguere uno dei simboli della città da un qualsiasi altro anfiteatro.
L’errore chiaramente non è della prima cittadina, ma di chi si occupa della sua comunicazione. E il punto vero è proprio questo. Com’è possibile che una macchina così copiosamente attrezzata come quella della comunicazione capitolina possa fare un errore del genere? Come ci sia finito l’anfiteatro di Nimes in quel video resta una bella domanda. La Ryder cup non si è mai svolta lì, né è in programma che ciò accada nei prossimi anni. Dal Campidoglio hanno spiegato che i social media manager hanno preso in prestito per il loro montaggio le immagine dalla Federazione italia golf. Chissà. Chi conosce bene la “Bestia” in salsa grillino-capitolina comunque spiega: “È una catena di montaggio, si lavora senza sosta e così alla fine un errore può capitare”. Eppure guardando ai contratti fiduciari che sindaca ed assessori hanno messo su in questi anni si rimane davvero basiti. Quasi 20 persone con diverse mansioni: addetti stampa, videomaker, social media manager e persino addetti alla raccolta dati da pubblicizzare poi su social e tv.
Gli stipendi sono variabili: si parte dai 44mila euro lordi destinati a social media manager e uffici stampa degli assessori, si passa ai 55mila che vanno ai quattro addetti stampa che si occupano direttamente della sindaca, fino agli oltre 100mila destinati al portavoce. A questa ricca struttura fiduciaria si aggiungono poi i dipendenti dell’ufficio stampa del Campidoglio prestati in quota parte al gruppo grillino. Una macchina grande e solitamente ben oliata. Ma anche per una redazione così abbondante la bulimia comunicativa – tutta #stradefattebene, #atestaAlta e lotta ai Casamonica – può essere fatale. E si toppa clamorosamente. Come in questo caso. Alla fine comunque sono loro a scusarsi. Con un post firmato staff dalla pagina della sindaca, per cercare di salvarle la faccia, inventano un nuovo hashtag #tuttacolpadellaRaggi. Poi, fanno ammenda: “Ogni pretesto è valido per buttare fango su Virginia Raggi. Stavolta proviamo a discolparla: non è lei la colpevole. Siamo noi. Il video lo abbiamo ripreso dai canali della Federgolf. Ovviamente è stato un nostro errore non verificare bene prima di metterlo online. Non abbiamo posto la dovuta attenzione. Virginia, ci dispiace”.
La colpa sarà pure loro, ma l’attenzione spasmodica per la comunicazione è tutta di Virginia Raggi, ed è una delle ragioni del progressivo distacco di una parte della maggioranza grillina dalla prima cittadina. È stato uno dei principali motivi di scontro con la presidente del Municipio VII Monica Lozzi che alla fine ha abbandonato i grillini e si candiderà contro Raggi con la lista Revoluzione civile.
E anche nello strappo con gli attuali consiglieri dissidenti in Assemblea capitolina l’ingombrante comunicazione della sindaca ha giocato un ruolo di peso. Solo qualche mese fa uno di loro, Enrico Stefàno, sbottava per la scelta di pubblicare un post su un intervento considerato molto delicato nel X municipio come una delle tante strade rifatte e buche tappate da offrire ai fan che ogni giorno leggono la cronaca social di sindaca e assessori. Tant’è che ormai questi consiglieri curano la loro comunicazione in totale autonomia con post che sono l’antitesi perfetta della comunicazione tutta slogan e fotografie che piace alla sindaca: post lunghi, seri e rigorosi, ma spesso, va detto, anche meno efficaci. Meglio, comunque, di sbagliare Colosseo.